Si chiama iAm enolution o, semplicemente, iAm. È una linea di cantinette che promette, come suggerisce il nome, di rivoluzionare la conservazione del vino nei ristoranti. A metterla a punto è stata Enofrigo, l’azienda di Borgoricco (Pd), specializzata nella produzione di mobili refrigerati, neutri e riscaldati per la ristorazione professionale. Host, la fiera per le attrezzature horeca (a Fieramilano Rho dal 20 al 24 ottobre), sarà la sede in cui iAm verrà presentata al pubblico professionale.
La chiave su cui ha puntato Enofrigo nello sviluppo di questo nuovo prodotto è l’innovazione: una scelta coraggiosa in un ambito, quello della refrigerazione, che si basa su una tecnologia consolidata e il cui il mercato è “drogato” dalla presenza di molti prodotti di costo basso e di dubbia qualità. Gli esiti di questa corsa al ribasso si vedono, purtroppo, nel servizio del vino, che nella media dei ristoranti italiani lascia spesso molto a desiderare: troppe volte le bottiglie vengono portate in tavola a temperature sbagliate, perché conservate male, oppure sono raffreddate al momento, magari usando il congelatore, provocando al contenuto uno shock termico che influisce anche su aromi e profumi.
«Noi abbiamo invece ragionato sul fatto - spiega Amerigo Po, presidente di Enofrigo - che si possono avere cantinette innovative e al tempo stesso in grado di conservare tutte le tipologie di vino alle temperature corrette e con costi accessibili». È nato così un progetto che ha richiesto importanti investimenti e un attento lavoro di ingegnerizzazione, uniti a una grande attenzione per il design «per il quale - commenta Po - ci siamo appoggiati a uno studio specializzato». La linea iAm si presenta, in effetti, con molte caratteristiche innovative: è modulare, con la possibilità di configurazioni diverse a seconda delle esigenze, ma soprattutto nasce con una grande attenzione per la sostenibilità, intesa nella sua accezione più ampia.
In particolare la sostenibilità di iAm si concretizza in una riduzione eccezionale del consumo energetico, «fino al 60% in meno rispetto a una cantinetta concepita in modo tradizionale», osserva Amerigo Po. Risultato che è il frutto di un’attenta scelta dei materiali, tutti riciclati e riciclabili, e di una cura particolare nell’isolamento termico. Non solo. Sostenibile è anche l’impatto acustico delle cantinette iAm, che sono assolutamente silenziose, ben al di sotto dei limiti di legge europei. Il risultato è stato possibile non solo grazie alla scelta dei materiali, ma anche all’adozione di una precisa soluzione tecnica, il sistema di refrigerazione basato su due ventilatori attivi a fasi alterne.
Per fare in modo che il vino sia mantenuto alla corretta temperatura di servizio si è optato per un mix di tecnologie. «In particolare - dice Dino Cavinato, amministratore delegato di Enofrigo - abbiamo lavorato sulla gestione dei flussi di aria fredda e sulla doppia ventilazione, ventilata e statica, per ottenere una stratificazione delle temperature ideale e consentire così di tenere vini di diverse tipologie, spumanti, bianchi e rossi, all’interno della stessa vetrinetta». Ma la modularità di iAm consente anche di avere configurazioni con scomparti diversi, ciascuno impostabile alla temperatura ideale per una precisa tipologia di vino. Un risultato ottenuto anche pensando alla funzionalità spaziale del prodotto, cioè alla possibilità di sfruttare al meglio i volumi per privilegiare massima capienza e perfetta visibilità del prodotto. Non dimentichiamo, infatti, che le cantinette non servono soltanto a conservare il vino, ma anche a mostrarlo al pubblico e svolgono al tempo stesso una funzione tecnica e di immagine per il ristorante. Sceglierle con attenzione sarà sempre più importante per il ristoratore.
Con Amerigo Po, dal 2001 presidente di Enofrigo, di cui detiene l'intero pacchetto azionario, abbiamo approfondito l'evoluzione del mercato delle cantinette da vino.
Perché avete deciso di innovare su una tipologia di prodotto ritenuto, forse a torto, un prodotto senza un grande contenuto tecnologico?
Innanzi tutto perché non è vero che non ci siano contenuti tecnologici nelle cantinette da vino. Forse non li cerca molto il mercato italiano, ma all’estero, per esempio in Francia, i ristoratori sono attenti alla conservazione breve del vino, quella che tiene le bottiglie alla corretta temperatura di servizio. Noi ci siamo impegnati su questa strada sia perché vogliamo sempre più affermarci sul mercato internazionale sia perché vediamo grandi potenzialità di sviluppo sul mercato italiano.
Perché un ristoratore dovrebbe scegliere iAm?
Perché unisce alla perfetta conservazione del vino prestazioni energetiche eccezionali. Ridurre del 60% i consumi di elettricità in un anno è un risparmio concreto. Abbiamo inoltre pensato a prodotti entry level con costi concorrenziali. Il pubblico poi è sempre più attento: portare in tavola bottiglie a temperature non corrette è un errore che viene notato.
Perché pensate che la strada che avete imboccato sia quella giusta?
Perché vediamo una grande evoluzione nel modo in cui il pubblico si rapporta al cibo, al vino e alla ristorazione. Vediamo intorno a noi una rivoluzione, spinta anche dalle nuove tecnologie digitali, in cui niente sarà come prima. Per questo abbiamo immaginato un nuovo scenario, una “New Wine City”, in cui il contenuto tecnologico e il know-how saranno fondamentali e apprezzati dal pubblico. Anche per questo non ci siamo fermati nello sviluppo del prodotto. Stiamo lavorando al software di gestione di iAm per consentire il controllo a distanza, attraverso tablet o smartphone.