Il lancio ufficiale è avvenuto nel mese di ottobre, mentre la produzione di massa dovrebbe prendere il via con l’inizio del prossimo anno.
E la stampa 3D potrebbe entrare in cucina alla stessa stregua di un Bimby, di un Kitchen Aid o di altri elettrodomestici che in questi anni si sono diffusi alla voce “food processor”.
In questo caso stiamo parlando di Foodini, una vera e propria stampante 3D, sviluppata da Natural Machines, realtà spagnola fondata da Alex Moreu, Rosa Avellanes, Emilio Sepulveda, cui si è aggiunta Lynette Kucsma co-founder e marketing manager della società.
Proveniendo dal settore della pasticceria tradizionale, Alex, Rosa ed Emilio si erano resi conto di quanto il processo di produzione ancora pesi sul prodotto finito sia in termini di tempo, sia in termini di costo.
Da qui l’idea: sviluppare uno strumento, nella fattispecie una stampante 3D, per consentire al consumatore di realizzare da sé il dolce desiderato.
Nasce così Foodini.
Nella sua accezione iniziale, Foodini sarebbe stata alimentata a capsule, che contenessero gli ingredienti desiderati predosati, con un occhio di riguardo anche a intolleranze e allergie alimentari.
Ma dal dolce al salato il passo è davvero breve e i quattro fondatori hanno finito per spingere un passo più in là la loro invenzione: non solo dolci, dunque, ma soprattutto non solo capsule predosate. Il sistema viene aperto, così da consentire all’utente di utilizzare gli ingredienti di sua scelta, mettendo a punto le sue ricette personalizzate e, perché no?, condividendole con altri “cuochi in 3D”.
“Con Foodini intendiamo rivolgerci a due categorie di utenti molto diverse tra loro”, spiega Lynette. “Da un lato il mondo professionale, fatto di ristoranti, caffè, pasticcerie”.
In questo ambito Foodini viene proposta per l’esecuzione di lavori ripetitivi, oppure per tutte le attività di decorazione e personalizzazione, che richiedono in genere molto tempo per essere completate.
“A casa invece Foodini è da intendersi come il classico aiuto in cucina, per ricreare ricette o preparazioni particolari direttamente e con ingredienti scelti, senza passare dal reparto rosticceria del supermercato”.
Nello sviluppo di Foodini, Natural Machines ha prestato molta attenzione all’aspetto estetico: lucida, cromata, ricorda nemmeno troppo vagamente alcune famose macchine per il caffè: l’obiettivo, dicono i soci fondatori, è che l’utente voglia tenerla esposta per farla ben vedere.
E similmente a quanto accade per alcune blasonatissime macchine da cucina, anche in questo caso si punta alla creazione di community online, che non vedano l’ora di scambiarsi suggerimenti e ricette.
Foodini verrà lanciata negli Stati Uniti, in Europa e in Asia, senza alcun timore, riconosce Lynette, che Paesi come Italia, Francia o Spagna, dalla tradizione gastronomica consolidata, possano storcere il naso.
Il prezzo?
Quello di un food processor di fascia alta: un migliaio di euro.
Foodini, si stampa e si mangia
Nasce in Spagna e si prepara a sbarcare in Europa e Stati Uniti il progetto di una stampante 3D pensata per il mondo della ristorazione e per le cucine di casa