Zenzero come se piovesse

zensero

Oggi il cuoco dispone di una dispensa grande quanto il mondo intero. Sta a lui individuare quale ingrediente, benché lontano, sarà capace di ben figurare in un piatto italiano e acclimatarsi alla nostra cucina. Niente di male, anzi! Purché non ci si lasci prendere la mano con l'ingrediente di moda finendo con l'uniformare la propria proposta creativa a un generale, noioso, ripetitivo "tutto fashion, tutto uguale": lo zenzero, per esempio, è divenuto un infestante della cucina italiana come a suo tempo fu la rucola.

Oltre alla sua intrinseca bontà, la prima qualità che deve avere un prodotto esotico è quella di non essere un succedaneo (spesso di qualità inferiore) di un prodotto nostrano, ma qualcosa di veramente nuovo, compatibile e capace di non fare rimpiangere niente.
La stella della curcuma ora sta tramontando per via dei casi di epatite collegati agli integratori che la contenevano, ma fino a un paio di anni fa era divenuta ubiquitaria e usata quasi di routine per colorare di giallo i piatti della nostra cucina quando abbiamo lo zafferano purissimo dell’Aquila, che della curcuma è molto più pregiato e che non ha niente da invidiare a nessuno quanto a contenuto di antiossidanti.

Non va dimenticato, a proposito di esotismo, che l’Italia non ha un passato coloniale e la nostra cucina tradizionale ha meno familiarità con i prodotti esotici di quanto ne abbiano Francia, Inghilterra e Spagna. Perciò è indispensabile un atteggiamento prudente e mettersi nell’ottica di un’importazione giudiziosa. È innegabile che un prodotto esotico sia capace di naturalizzarsi alla perfezione tra le nostre sponde, lo dimostrano la patata, il mais, il pomodoro, il peperone e il peperoncino che a loro tempo furono cibi esotici importati dalle Americhe. Tutti questi prodotti raccontano quanto sia possibile l’assimilazione e la naturalizzazione. Ma sono pochissimi esempi se si tiene conto che il commercio con le terre d’oltreoceano è iniziato cinque secoli fa.
Quindi, siamo cauti con il prodotto esotico al momento di moda e soprattutto cerchiamo di essere realmente creativi e non passivamente imitativi.

 

 

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