8 Marzo: da Deliveroo un podcast con sei voci di donne sulla ristorazione femminile

Per l’8 marzo Deliveroo ha pensato a un festeggiamento non solo celebrativo delle donne ma anche pragmatico con la pubblicazione del podcast sulla ristorazione femminile “Ristorante: sostantivo, futuro femminile” e che potete ascoltare cliccando sul link in fondo a questo articolo.

 

Il file audio, della durata di 13 minuti e con un titolo che risulta da un provocatorio gioco grammaticale, è composto da 3 brevi interviste a sei voci: tre giovani studentesse - Lucia, Anna e Michela - interessate a intraprendere una carriera nel mondo della gastronomia, intervistano tre imprenditrici partner di Deliveroo che hanno fatto della passione per il cibo la loro attività, e cioè Alida Gotta, Tunde Pecsvari e Stefania Urso individuate come esperte di ristorazione femminile

Come nascono le idee giuste? Come vengono pensati e creati i piatti più gustosi?  Qual è il percorso, l’attitudine e la formazione necessaria per far funzionare queste nuove idee? Qual è il futuro di questo settore? Queste sono alcune delle domande che le tre studentesse hanno posto alle tre donne affermate grazie alle loro idee innovative, alla loro creatività e alla perseveranza nel farle diventare realtà.

                                         La parole alle tre professioniste

Alida Gotta

È founder e ceo di Delivery Valley. Partita dalla passione per la cucina e passando per i fornelli di Masterchef, è arrivata a creare un’innovativa realtà fondata sul delivery.
«Abbiamo creato una nuova idea di ristorazione – spiega Alice - alla quale lavoravamo già da un paio d’anni. La voglia di novità e le influenze dei viaggi all’estero ci hanno portato ad ideare qualcosa di nuovo, che non fosse il solito ristorante gastronomico, basato sull’idea di  portare a case delle persone qualcosa di buono tutti i giorni senza dover sporcare in cucina. Quindi ci siamo inventati Delivery Valley, per l’appunto.
Il delivery è un nuovo tipo di futuro, una nuova tipologia di ristorazione che ha poco a che vedere con il ristorante classico. Noi, ad esempio, assaggiamo i piatti 20 minuti dopo, a differenza di quanto accade in un ristorante classico. Abbiamo fatto inoltre uno studio incredibile sui pack e sugli ingredienti. Viviamo in un mondo che ci chiede tanto, abbiamo sempre tanto da fare, siamo sempre tutti molto presi dai nostri impegni. Le cucine diventano sempre più piccole ma la voglia di mangiare bene, da buoni italiani, c’è sempre.E quindi crediamo che il delivery diventi parte integrante del futuro».

Pragmatismo sì, ma anche tanta anima. Durante l'intervista, Alida sottolinea con forza l'importanza di un approccio anche emotivo a questo bellissimo lavoro. Specialmente per la ristorazione femminile.

Tunde Pecsvari

Ceo di Macha Cafè, ha uno spiccato spirito imprenditoriale e, grazie a un’intuizione vincente, ha costruito un brand della ristorazione di successo.

«Aprire un proprio locale è un bellissimo sogno – commenta Tunde - ma bisogna sottoporlo necessariamente ad una verifica sul campo. Il modo migliore è quello di iniziare a lavorare in più aziende della ristorazione, ricoprendo ruolo differenti e cercando di entrare anche più in profondità negli aspetti gestionali, sia in realtà piccolo a dimensione familiare ad esempio che in realtà più strutturate. Per la nostra attività ci siamo ispirati ai macha bar all’estero. I primi locali di questo genere sono nati a Los Angeles, New York, Londra ed in Australia. Nel 2016 abbiamo portato noi, per primi a Milano, questo format del macha bar. L’idea era quella di offrire prodotti e materie prime contemporanee come avocado, alghe, le sushi bowl o il poke. Abbiamo pensato anche ai dessert, proponendo delle torte che hanno tra gli ingredienti proprio il tè macha».

Come fare per capire se una certa cucina può funzionare? Le parole chiave per Tunde sono conoscenza, studio e voglia di mettersi alla prova:

«Per capire se un’idea può funzionare, occorre avere un buon fiuto, conoscere in profondità il mercato e poi mettere alla prova la propria idea. Noi all’inizio abbiamo aperto un locale molto piccolo proprio per verificare se l’idea poteva aver successo e solo dopo ci siamo espansi, pensando a nuove aperture. Oggi, poi rispetto a 5 anni fa, esistono molti strumenti innovativi a disposizione, come ad esempio aprire un  virtual brand sulla piattaforma di delivery, che è un ottimo modo per testate sul mercato la propria idea, la propria cucina e i propri prodotti con un investimento contenuto”».

Stefania Urso

Founder di Gusto17, ha trovato la chiave per affermarsi nel mondo della gelateria creando il gelato dei desideri dei suoi clientiEmergere in un settore tradizionale come quello della gelateria non è semplice. Per farlo secondo Stefania occorre un mix di ingredienti capaci di far esaltare al massimo l’unicità e la filosofia dietro alla propria idea.

«Per emergere in un settore come la gelateria, il miglior modo è differenziarsi, essere unici, fare qualcosa di diverso da tutti gli altri. Ovviamente fondamentale è essere coerenti con la propria filosofia, con la propria idea di progetto. L’innovazione è una delle chiavi di successo in tutti i settori. In Gusto17 lo facciamo facendoci ispirare da tutto quello che accade intorno a noi, da tutto ciò che può essere opportunità di racconto e di creazione».

Gusto17 è una gelateria presente a Milano con 4 punti vendita che porta nel suo nome l’essenza della sua filosofia: 16 gusti a menù con il 17esimo creato seguendo i suggerimenti delle persone. Lasciandosi cioè ispirare da ciò che propongono i clienti, in un dialogo aperto che porta ad innovare settimanalmente la propria offerta.

«Tutti possono scriverci per proporci nuovi gusti. Noi ogni settimana ne scegliamo uno nuovo, seguendo la nostra filosofia» spiega Stefania, 

Quindi, per quanti vogliono cimentarsi nel settore la parole d’ordine per Stefania è una: passione, tanta passione da avere sempre con sé!

Per ascoltare il podcast slla ristorazione femminile , cliccate qui

Buon 8 marzo a tutte le donne!

 

 

 

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