La nuova frontiera del conto è il “flat food”, l’abbonamento mensile

flat food

È già un po’ di tempo che in Italia circola la parola inglese “flat” nel suo significato collaterale di “forfettario”. Finora è stata sempre abbinata alla parola “tax” per indicare una modalità di contribuzione, adesso compare accanto alla parola “food” per indicare un modo forfettario di pagare il conto del ristorante, cioè un abbonamento fisso mensile sul modello di quelli che si fanno per usufruire di servizi, come succede con le tariffe telefoniche, Netfix ecc. Ovviamente il costo è conveniente per il cliente che potrà consumare un numero concordato di pasti nel suo ristorante preferito senza dover pagare il conto tutto le volte. Dall'altra parte c'è il ristoratore che "blinda" la sua fidelizzazione.

I primi ristoranti italiani ad avere adottato la formula del Flat food sono due: il Weedoo di Limena, in provincia di Padova e il ravennate “Gabarè” dello chef Ciro Adamo.
IL WeeDoo, noto nella zona per il galletto alla brace, sperimenterà la formula flat food per sei mesi. Al costo di 149 euro al mese si può cenare (solo) tutti i giorni solo a cena con un antipasto, un piatto principale a scelta, una bibita analcolica, due bevande alcoliche, dolce e caffè.

flat foodIl Gabarè, specializzato in pasta fresca, articola il suo flat food in più tipi di abbonamento. Ce n’è uno per single con colazione, pranzo e cena tutte le volte che si vuole in un mese a 280 euro. Chi invece è interessato solo alla pausa pranzo può fare 20 pasti con 140 euro mensili. Sono previsti abbonamenti speciali per studenti e per famiglie, per esempio quelle composte da due adulti e due bambini fino ai 14 anni pagano 400 euro. Con tutti i tipi di abbonamento si può à scegliere fra tre primi e tre secondi e c’è la possibilità del take away.

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