Giancarlo Perbelli guiderà il 12 apostoli di Verona che già in passato lo vide tra i fornelli dello storico ristorante
Giancarlo Perbellini è uno chef che nel nostro Paese ha pochi rivali in quanto a creatività e capacità di ideare nuovi format.
Nato a Bovolone, in provincia di Verona, nel 46 ha iniziato nella pasticceria di famiglia per poi studiare all'istuto alberghiera di Recoaro Terme e quindi compiere i primi passi in ristoranti come il Marconi, Desco e 12 Apostoli a Verona e poi al San Domenico di Imola.
È notizia di oggi che la sua nuova destinazione sarà in realtà un ritorno a casa. Perbellini prenderà infatti in mano le redini del 12 Apostoli, storico indirizzo veronese in mano alla famiglia Gioco.
È lo stesso Perbellini a darne l'annuncio sui suoi profili social.
«I miei più stretti collaboratori - scrive il vulcanico chef -, ma ancora prima mia moglie Silvia, sanno bene che da molti anni sentivo il bisogno di trovare una “casa” più grande.
Un sentimento che spesso si vive in famiglia, quando crescendo si ha il bisogno, ancora prima del desiderio, di trovare una sistemazione adeguata per poter dare ad ogni membro della famiglia, nonché alle proprie “ambizioni”, i giusti spazi vitali.
Una sera, mentre passeggiavo con Silvia in centro, passando davanti al ristorante “12 Apostoli” abbiamo avuto entrambi lo stesso pensiero e ci siamo detti “questo sarebbe il luogo ideale per la nostra casa più grande."
E il destino ha voluto che il giorno dopo ricevessimo la telefonata di Antonio, il figlio di Giorgio Gioco.
Chi conosce la mia storia professionale, chi conosce la storia gastronomica di Verona, sa benissimo che cosa ha rappresentato il ristorante “12 Apostoli” per il sottoscritto e per la città.
Quando si è palesata la possibilità di acquisire i “12 Apostoli” non ho avuto dubbi, quel luogo è la “casa” che avrei sognato. Ed è proprio vero, se puoi sognarlo puoi anche realizzarlo.
Casa Perbellini diventa grande, tutti i limiti strutturali che mi hanno sempre impedito in qualche modo di esprimermi al cento per cento, da domani non ci saranno più. Una nuova sfida per me e la mia squadra, non un’avventura. È quel brivido alla schiena che adoro, perché so di dare il meglio quando sono sotto pressione. Il “12 Apostoli” arriva nel momento più maturo della mia carriera di cuoco e sono anche convinto che nulla arriva per caso.
Grazie alla mia famiglia e alla mia squadra per avermi supportato.