Per i vini di alta gamma Lageder dice addio alla Doc Alto Adige

Non è certo il primo grande nome a farlo. Ma quando accade la notizia c'è sempre. Fu cosi per Gaja, tra i primi a percorrere questa strada, e per altri grandi nomi dell'enologia italiana.

Addio alla Doc per le linee top

Ora anche la Tenuta Alois Lageder decide di abbandonare la sua Doc territoriale (Alto Adige) per passare a produrre con la denominazione Igt Vigneti delle Dolomiti. Accadrà, nei vini in commercio dai prossimi mesi, per le linee Capolavori e Composizioni le cui uve proverranno ovviamente sempre esclusivamente da vigneti dell'Alto Adige (qui gli esisti di una nostra degustazione dello Chardonnay Löwengang 2013). I vini della linea Vitigni classici rimarranno invece nella classificazione della Doc.

Decisione meditata e motivata

«La decisione non arriva all'improvviso per noi - dice Alois Clemens Lageder -. Negli ultimi anni abbiamo avuto molti colloqui costruttivi con il Consorzio Vino Alto Adige e la Camera di Commercio di Bolzano. Nel corso del processo, abbiamo scoperto di avere idee diverse in alcuni punti essenziali, sia in viticoltura sia in vinificazione».

L'Azienda, vocata alla produzione di vini che rispondano a precise caratteristiche di freschezza, tensione e finezza e che sappiano stupire per la loro “vivacità”, sottolinea come «Negli ultimi anni, le uve hanno raggiunto una maturazione aromatica precoce mantenendo bassi i livelli di zucchero e una buona acidità. Questo ci permette di vendemmiare prima e di produrre vini caratterizzati da una notevole complessità grazie alla diversità aromatica e alla loro tensione, mantenendo bassi i livelli alcolici", ha detto Lageder.

Diverse condizioni climatiche

La Denominazione è nata nel 1963 quando le condizioni generali erano diverse dalle attuali, sottolineano in Cantina. Ma la natura, da sempre “interlocutore” dell’Azienda, è in continua evoluzione e ad essa la Tenuta si vuole adeguarecon questa scelta; la Doc definisce le zone di coltivazione e il regolamento che deve seguire il produttore anche sulle varietà di uva e su parametri come i valori di zucchero e alcol. «In particolare, per quanto riguarda il limite inferiore alcolico, ci manca il margine di manovra: se è possibile produrre vini pesanti a 15,5° alcolici nella Doc, allora dovrebbe essere consentito produrre anche vini con bassi valori alcolici. Soprattutto nel clima mutevole, questo è ancora più sfidante", racconta Lageder.

E il consorzio?

«Per il Consorzio Vini Alto Adige, la protezione della Doc ha la massima priorità, poiché si tratta di tradizione, origine, tipicità e qualità dei nostri vini", dice Eduard Bernhart, direttore del Consorzio. "Come associazione di tutti gli attori centrali dell'industria vinicola altoatesina, seguiamo con grande attenzione le tendenze, i processi e altri temi, come i valori alcolici più bassi. Tuttavia, è chiaro che il consorzio è anche l'interfaccia delle istituzioni, quindi deve tenere d'occhio i tempi tecnici così come le condizioni legali, per esempio quando si tratta della revisione dei regolamenti di produzione».

«Vogliamo assolutamente portare avanti il nostro confronto con il Consorzio, sicuramente alcune linee guida potranno essere modificate solo nel tempo ma non vediamo l'ora di contribuire a dare forma a questo percorso insieme e ci piace immaginare che tutti i nostri vini tornino alla denominazione d'origine Alto Adige in un futuro non troppo lontano», conclude Lageder.

 

 

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