Riso Gallo e una sostenibilità sempre più possibile (e capace di sostenere)

Presentati a Robbio il Manifesto Riso Gallo e la Carta del Riso, nuovi documenti programmatici con cui l'azienda pavese punta a valorizzare persone e territori

Va sempre più verso la sostenibilità "che sostiene" la produzione di Riso Gallo, l'azienda di Robbio (Pv) oggi tra i leader europei nelle produzione di Carnaroli & Co.

Una filosofia che ora si è tradotta nel Manifesto Riso Gallo e nella Carta del Riso, due documenti con cui l'azienda sta tracciando il suo futuro e il futuro di sempre più fattorie (oggi 155 per circa 22 mila ettari coltivati) che decidono di seguire i principi di due documenti.

Il Manifesto Riso Gallo

Il Manifesto Riso Gallo, per esempio, si apre con un gioco di parole molto significativo. Ovvero il "riso è sostenibile quando sostiene".

In pratica quando sostiene: la qualità, l'economia circolare, le persone e il territorio e quando sostiene i risicoltori. Qualità per esempio vuol dire produzione di un alimento sostenibile che sia d'eccellenza, ma che sia anche disponibile al giusto prezzo ai consumatori.

Persone e territori poi, secondo il Manifesto, devono essere al centro di un volano capace di valorizzare sia l'aspetto umano sia quello economico (i conferitori, per esempio, vengono premiati e possono accedere a una piattaforma di credito a loro dedicata).

Carlo Preve

La sostenibilità non è tale, inoltre, se non rientra in un economia circolare capace di valorizzare sia il prodotto principe della filiera, il riso, sia tutti i sottoprodotti che possono essere utilizzati in svariati settori. Insomma lo spreco non è consentito. Infine vanno sostenuti i risicoltori, ai quali si fa espressamente riferimento nella Carta del riso Gallo e con la quale si punta alla valorizzazione e alla salvaguardia del territorio, dell'ecosistema risaia, delle comunità locali e di chi vive e lavora con il riso.

La Carta Riso Gallo

Otto i punti che costituiscono ed esplicitano i principi base della sostenibilità secondo Riso Gallo. Eccoli.

- Certificazione secondo lo standard internazionale Fsa di Sai Platform
- Preservare la fertilità del suolo
- Scelta di varietà più performanti e identificate da Riso Gallo
- Utilizzo di semente italiana certificata e no Ogm
- Divieto di utilizzo di fanghi in risaia
- Divieto di utilizzo di Glifosate sulle colture
- Tracciabilità dalla coltivazione alla distribuzione
- Formazione e aggiornamento pratiche agronomiche e sicurezza alimentare

I principi

«Chi lavora secondo certi principi deve venir premiato - ha spiegato Stefano Cavigiolo (nella foto qui a fianco), research & development breeder Riso Gallo - ed è quello che avviene nella filiera Riso Gallo. Abbiamo avviato questo processo nel 2019 con 14 fattorie e oggi i nostri conferitori che lavorano secondo i principi della Carta del Riso sono 155 e rappresentano circa il 10% della superficie coltivata a Riso in Italia. E sono convinto che sia una percentuale destinata ad aumentare. È il mercato che la richiede, a noi sta di trovare il modo per trasformare un concetto in un sistema di lavoro che sia equo per tutti gli attori della filiera e per i consumatori».

Lascia un commento

Inserisci il tuo commento
Inserisci il tuo nome