Bistro Manna: vintage e design nell’ex cantina barocca

Nelle ex cantine di Palazzo Nicolaci, Bistro Manna Noto si presenta in 4 diverse ambientazioni con un mix di materiali siciliani, design contemporaneo e arredi vintage

Dal recupero delle ex cantine al piano terra di Palazzo Nicolaci, nella capitale del barocco siciliano, nasce Bistro Manna Noto dove la cucina regionale trova una nuova interpretazione e una nuova ambientazione.

L’architettura storica dell’edificio mostra tutta la propria forza evocativa attraverso l’interior design di Gordon Guillaumier, non invasivo e rispettoso del contesto volumetrico e materico. Piastrelle di maiolica di Caltagirone alle pareti e pietra lavica smaltata utilizzate per i piani dei tavoli sottolineano la forte appartenenza territoriale del locale e della sua cucina.

Come dal progetto di Roberta Assolari, Manuela Alberti e dello chef Gioacchino Brambilla viene proposta una cucina regionale interpretata attraverso piatti semplici, preparati con materie prime di stagione. Il dehors all’entrata è il preludio all’ambientazione interna distribuita su quattro ambienti in successione.

La sala d’ingresso è riservata al bar, che ripropone lo stile bistrot anni Cinquanta con il grande bancone rivestito in piastrelle maiolicate color marrone e posti segnalati da sgabelli in metallo e lampade da lettura in stile industriale. Sopra il retro bancone, caratterizzato da una leggera struttura in ferro e mensole in vetro con fondo in piastrelle monocromatiche, campeggia l’insegna vintage Saiga Soda che fa da pendant al lampadario in ottone lucido al centro della volta a crociera.

Molti i pezzi retrò o trovati nei mercatini abbinati a oggetti iconografici di design, opere di artisti siciliani e arredi su disegno per creare un’ambientazione informale ma allo stesso tempo elegante. All’interno di questa commistione di linee leggere e forme essenziali, la reiterazione di elementi in ferro battuto o arredi in legno grezzo riporta a un progetto unitario su più spazi.

Dal bar, dietro il quale si sviluppa la zona preparazione (cucina, lavaggio, conservazione e servizi per il personale), dopo alcuni gradini si sviluppa l’enfilade di tre stanze diverse per forma, dimensione e ambientazione, giocata sul contrasto fra i colori e i materiali di rivestimento e la palette di toni chiari e naturali dell’involucro.

Gli arredi sono essenzialmente costituiti da tavoli e sedie differenziati in base all’ambientazione: tavoli quadrati con piano in pietra lavica smaltata in un intenso azzurro accoppiati a sedie in faggio curvato oppure a panche-divanetto con cuscini in tessuto di lino grezzo; un unico tavolo rotondo in pietra lavica circondato dalle famose Eames Plastic Chair, in dialogo con il grande lampadario a parete anni ’50 e l’originale struttura in ferro utilizzata come cantinetta, che funge anche da elemento di separazione con l’ultima sala.

Da qui si accede, una volta oltrepassato il grande tavolo olandese in massello di faggio, circondato da sedie disegnate dallo stesso designer Guillaumier, al verde cortile interno. Manna dunque non è solo il nome del bistrot ma anche l’equilibrata commistione di design, arte e cucina.

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