La sola formazione gastronomica non basta. Un cuoco dovrebbe anche saper affrontare con la dovuta competenza i temi della sicurezza alimentare e conoscere alla perfezione i princìpi di conservazione di un prodotto. La sua competenza, inoltre, dovrebbe essere certificata da una patente rilasciata dallo Stato.
La patente per i cuochi è uno dei grandi temi emersi dall’assemblea nazione della Federazione Italiana Cuochi (Fic) che si è svolta a Matera il 2 e 4 aprile con la partecipazione di 300 cuochi provenienti da tutta Italia.
“Quello che a noi interessa – ha detto il presidente della Fic Rocco Pozzulo – è avere almeno un cuoco certificato in ogni cucina. Assicurarsi insomma che abbia una sorta di patente di guida che ne riconosca le competenze, e fare in modo che sia lo Stato a certificarle”.
Indubbi gli effetti positivi che una formazione a tutto tondo, comprensiva degli aspetti sanitari, avrebbe sulla salute del pubblico che frequenta i 330mila locali italiani abilitati alla somministrazione di cibo.
L’altra grande questione emersa è quella delle malattie professionali. Già l’anno scorso tutti i cuochi presenti si erano sottoposti alla visita medica. Dallo screening era emerso che la categoria è soggetta a problemi posturali di entità importante anche tra i giovani. Quest’anno si è indagato sulle ricadute che la postura, lo stile di vita e lo stress possono avere sull’apparato cardiocircolatorio.
Il riconoscimento della professione da parte dello Stato e dei suoi effetti logoranti sulla salute dovrebbe anche consentire ai cuochi di andare in pensione qualche anno prima.