Giancarlo Deidda, vicepresidente Fipe - Federazione Italiana Pubblici Esercizi
La crescita del fuori casa non può essere un fenomeno infinito, ma è sempre più una esigenza della vita moderna. Credo che per questo esploderà la ristorazione a domicilio già partita negli ultimi anni grazie alle nuove tecnologie. Poi c’è un cambiamento più radicale, di fondo, avvenuto nel nostro mondo e che caratterizzerà il futuro. C’è stata una ristorazione che io chiamo “delle abbuffate”, con menu lunghissimi, che è finita con la crisi. Il fuori casa è sempre cresciuto negli ultimi dieci anni, ma le abitudini di consumo si sono modificate e la ristorazione si è frammentata, specializzandosi: quella d’affari a pranzo, quella “festiva” per le famiglie, quella conviviale a cena. Ma soprattutto credo resteremo con una buona ristorazione che sarà semplice, con menu corti e comprensibili e accessibile per convivialità e prezzo. Credo poco alla cucina etnica, molto di più in un ritorno alla valorizzazione del nostro modo di mangiare e di raccontare un piatto. La chiamo “la pancia” della ristorazione italiana e la stiamo riscoprendo anche grazie al ritorno delle giovani generazioni. Insomma torneremo alla cucina familiare con i suoi sapori e la sua saggezza.