Avere un valore riconosciuto sul mercato, in primo luogo da parte dei clienti, dovrebbe essere la stella polare che guida la navigazione di ogni ristoratore (e di ogni imprenditore in generale). Custodire il proprio valore nel tempo e, possibilmente, incrementarlo l'obiettivo conseguente.
«In tempi complessi e incerti come questi - afferma Paola Imparato, business developer, autrice del libro "Essere manager nel 2023 tra innovazione e valore" - è fondamentale per le aziende creare un meccanismo routinario che consenta loro di creare e liberare valore. Spesso, infatti, nelle aziende esiste un potenziale inespresso da parte del personale, sia sotto forma di competenze extra curricolari sia di know how autoacquisito sconosciuti al titolare o al manager. Solo una mappatura periodica permette di aver chiaro da un lato le competenze che ci occorrono, dall'altro quelle già presenti in azienda che possono essere utili per crear valore».
Il bilancio delle competenze
L'invito dell'esperta è di aggiornare, possibilmente ogni anno (massimo ogni due), il bilancio delle competenze del proprio staff: «Lo strumento è semplice - spiega -: si tratta di elencare, separatamente per formazione, esperienze professionali ed esperienze extraprofessionali, da un lato le esperienze acquisite, dall'altro le competenze di cui si è in possesso. E di fare, per ognuna delle tre voci, un elenco di punti di forza e di eventuali debolezze. Nel concreto, si tratta di sottoporre ai dipendenti dei questionari - da compilare durante l'orario di lavoro - chiedendo loro di fornire le indicazioni richieste. Per ottenere collaborazione, requisito indispensabile perché questo lavoro sia utile, è importante spiegare il perché. Le persone devono sentirsi a proprio agio, libere di mostrare i propri talenti e devo confidare sul fatto che quel che raccontano verrà rispettato e, possibilmente, valorizzato. Altrimenti terranno le informazioni più interessanti per sé».
La mappa delle esigenze
Parallelamente alla redazione del bilancio delle competenze, si dovrà procedere all'analisi dell'ambiente esterno: «Qui l'obiettivo - continua Imparato - è rilevare da un lato le necessità esistenti sul territorio e sul mercato di riferimento e quelle latenti, dall'altro le necessità aziendali. Una volta completata la mappa, confronterò le esigenze aziendali con la mappa delle competenze presenti. Potrò così valorizzare eventuali competenze interne o attivare attività di formazione specifica qualora mi accorgessi che certe competenze chiave mancano. La mappatura, in quest'ultimo caso, mi sarà utile per individuare chi, tra i miei collaboratori, ha le attitudini più adeguate per sviluppare le competenze richieste. Oppure mi evidenzierà la necessità di procurarmi tali competenze all'esterno».
Due i vantaggi principali di questo approccio, quando diventa sistematico: la massima valorizzazione delle competenze interne e la conseguente spinta, da parte delle persone, a perseguire lo sviluppo e il miglioramento delle proprie capacità.
Con reciproco vantaggio per imprenditore e dipendenti.