A Milano apre Ronin, 4 piani di contaminazione italo-giapponese

Ronin
Tre ristoranti in altrettanti stili giapponesi, izakaya, robata e omakase, e due cocktail bar, uno per l'aperitivo e l'altro per il dopo-cena

Un nuovo paese dei balocchi per appassionati di cucina giapponese sta per aprire i battenti a Milano in via Alfieri. Qui, al numero 12,  sorge un noto palazzo ottocentesco già proprietà del Pio Albergo Trivulzio, dell’Orfanotrofio dei Martinitt e di Casa Verdi. L'edificio denso di storia è stato rilevato dalla società Salva tu Alma (formata da Guillaume Desforges con i fratelli Leonardo e Jacopo Signani), che ora si prepara ad aprire Ronin, quattro piani di gastronomia giapponese strettamente connessa alla milanese contemporanea (Leggi qui i nostri articoli sulla cucina giapponese).

Il tour comincia dal piano terra dove, a dare un assaggio delle contaminazioni Italo-Nipponiche, ci sarà il Piccolo Ronin, ristorante e cocktail bar in stile izakaya. Tra gli altri drink, è previsto uno Spritz con tè al gelsomino e un Negroni con il sake e, passando al food, ci saranno ramen vari, uramaki, gunkan di salmone, agemono (assaggi di fritti), spiedini yakitori e yakimono.

Al primo piano, il ristorante Ronin Robata, proporrà una contaminazione triangolata nippo-italo-farncese che porrà al suo centro proprio la robata, la griglia nipponica per carni, pesci e crostacei. In cucina ci sarà l’italiano Luigi Nastri, originario della Costiera Amalfitana e già chef delle cucine di Settembrini, Stazione di Posta, Eit a Roma, della Gazzetta di Parigi e assiduo frequentatore di stage formativi in Giappone. Nel menu, piatti come chirashi con tonno, ikura, rape e foie gras d'anatra, gel di namuru.

Salendo un altro piano, il cocktail & sake bar per la sera Madame Cheng’s curato dal bar manager Riccardo Speranza e ancora più su, al terzo piano il member’s club l’Arcade, riservato a soci tesserati e ai loro ospiti.
Infine, in cima tutto, il Ronin Shokunin by Hatsune, ristorante omakase di soli 12 posti con il percorso degustativo di Katsu Nakaji, già chef patron dell’Hatsune Sushi di Tokyo, due stelle Michelin.

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