Assemblea Fipe: Conte, Franceschini e Bellanova chiamati a rispondere ai grandi temi della ristorazione

Assemblea Fipe

Le risorse stanziate per i ristori per i mesi di lockdown e il mese di novembre, dal DL Rilancio e dai DL Ristori e Ristori bis messi insieme, esclusi gli interventi sugli ammortizzatori sociali, arrivano a poco più di 1,6 miliardi di euro. «Una cifra importante - premette la Fipe in una nota rivolta alle istituzioni e agli operatori -, ma che non copre i costi sostenuti dalle aziende nel periodo in questione (affitti, utenze, tfr, servizi, ecc.) che da soli si attestano a 2,4 miliardi. Appare dunque evidente che gli sforzi fatti dal Governo, seppur apprezzabili per le intenzioni, non sono sufficienti a sostenere un comparto in profondissima crisi che non riesce a vedere alcuna luce in fondo al tunnel. Ricordiamo che solo per effetto delle ultime restrizioni che vedranno la chiusura forzata dei pubblici esercizi per il prossimo mese nelle regioni rosse e arancioni (il 38% del totale nazionale) andranno in fumo ancora tra i 3 e i 3,5 miliardi di euro. Confidiamo nella prossima legge di bilancio per scelte ancor più coraggiose per salvare quante più imprese e posti di lavoro possibili!”.

Questo il quadro con cui si è aperta l’Assemblea Fipe tenutasi oggi (18 novembre) dal titolo “La ristorazione tra sicurezza e sviluppo” che ha visto la federazione dei pubblici esercizi dialogare con il governo, con i professionisti della ristorazione, del settore agroalimentare, della formazione.

Stoppani: Sì a interventi d'emergenza e strutturali

«Le attività della ristorazione oggi sono considerate non essenziali, posso restare chiuse - ha detto Lino Enrico Stoppani, Presidente Fipe-Confcommercio -. Ma la realtà è un’altra. Le attività della ristorazione sono essenziali perché producono reddito e benessere per le famiglie italiane. Un settore che oggi ha bisogno di essere aiutato. Sia con interventi legati all’emergenza in atto sia con interventi strutturali che diano un futuro al settore. Il decreto Ristori è importante ed è stato elargito velocemente, ma dà contributi insufficienti. Oggi c’è bisogno di credito di imposta sugli affitti, dobbiamo poter contare sulla cassa integrazione fino alla fine dell’emergenza, su contributi a fondo perduto. E poi c’è sempre più la necessità di stimolare la domanda e gli investimenti nel nostro settore anche con una riduzione dell’Iva e il ripristino del cash back. E poi serviranno interventi strutturali che agiscano sull’eccesso di offerta, sulle possibilità di accesso al mercato, sull’avere, da parte nostra, un unico indirizzo a cui riferirci per il nostro lavoro unificando le competenze che ci riguardano rispetto ai mille riferimenti oggi esistenti. E infine andranno corrette quelle disparità esistenti con luoghi che fanno il nostro lavoro, ma hanno tante, troppe agevolazioni».

Franceschini: Una trasformazione sociale

«Come costruire il dopo - si è chiesto Dario Franceschini, Ministro dei Beni Culturali e del Turismo -? C’è intanto un reale problema di interlocutore unico per la ristorazione. Pur non avendo competenze nel settore degli esercizi pubblici so perfettamente che per il turismo l’enogastronomia è fondamentale e fa parte della stessa offerta turistica che l’Italia si gioca sui mercati internazionali. Fa parte della cultura italiana e mi sento pienamente responsabile e consapevole di tutto questo. Mi sono occupato in prima persona del decreto Ristori e sappiamo quante risorse sono state messe in campo. Mi sono battuto fortemente per l’allargamento degli spazi all’aperto dei pubblici esercizi intervenendo per l’esenzione dalla tassa sull’occupazione del suolo pubblico fondamentale sia per mettere in sicurezza i clienti sia per consentire ai ristoratori di lavorare. E questo ha anche migliorato la bellezza e la sicurezza dei centri storici. Proprio per semplificare le pratiche normative abbiamo varato una norma che toglie la necessità dell’autorizzazione della sovrintendenza per l’occupazione del suolo pubblico e questa norma la vorrei mantenere anche per il futuro. Ricordiamoci che la voglia d’Italia, alla chiusura dell’emergenza Covid, tornerà più forte di prima e dovremo indirizzare questa crescita facendo in modo che ogni angolo d’Italia ne benefici».

Sangalli: La ripartenza andrà governata

«Abbiamo lavorato in questi mesi drammatici con Lino Stoppani ottenendo, a volte strappando tanti risultati - ha detto Carlo Sangalli, Presidente Confcommercio-Imprese per l’Italia -. Risultati che devono essere potenziati con risorse adeguate, con crediti di imposta e con tante altre misure. E poi è vero, bisogna pensare alla ripartenza. E il pensiero dev’essere ampio coinvolgendo i tanti aspetti che toccano il commercio, i pubblici esercizi, il turismo, ma anche le infrastrutture, la fiscalità. La ripartenza andrà governata davvero e andrà governata bene».

Bottura: «Non lasciateci soli»

Come affrontare questo momento e come affrontare la ripartenza? Massimo Bottura, chef patron Osteria Francescana ha detto, lanciando un urlo concreto: «Il dialogo intrapreso con le istituzioni in questo momento è fondamentale. Ma non voglio sentire parole vuote. Abbiamo bisogno di fatti concreti. Noi come Osteria Francescana siamo una grande realtà e grazie ai nostri locali e alle nostre iniziative sparse nel mondo stiamo sopravvivendo. Ma le piccole realtà chi le guarda? Chi si occupa di loro? La ristorazione è un settore fondamentale. Il primo motivo per cui, per esempio, gli americani arrivano in Italia è l’enogastronomia e tuttavia siamo considerati non essenziali. Noi ristoratori siamo il motore del turismo, rappresentiamo tante filiere agricole, turistiche e sociali. E tuttavia siamo abbandonati a noi stessi. Ci sentiamo soli, non abbiamo apporti a sufficienza. La politica deve riuscire a valorizzare la ristorazione consapevole dell’importanza che questa ha. E poi, permettetemelo, bisogna saper distinguere le varie forme di ristorazione. Un bar è una realtà, il ristorante è una realtà diversa, bisogna essere consapevoli e agire di conseguenza».

Un tavolo comune

«Dobbiamo affrontare queste questioni con grande rigore, partendo da un presupposto ovvio: abbiamo a che fare con una pandemia terribile - ha spiegato Teresa Bellanova, Ministro delle Politiche Agricole e Forestali -. Ora però stiamo immaginando il futuro. Condivido quanto ha detto Massimo Bottura e il Governo tutto è impegnato in questa battaglia. Siamo consapevoli che i locali aperti aumentano la sicurezza delle città e tutti noi, io per prima, abbiamo lottato per tenere aperti i ristoranti, laddove possibile e fintanto possibile, e fino alle 23. Il mio ministero tutela le produzioni agroalimentari, quelle stesse produzioni che vengono consumate nei ristoranti italiani. E qui si può agire per unire le filiere agricole, alimentari e ristorative italiane, tutelandole in Italia e all’estero. Per questo servirà un tavolo comune dove continuare a dialogare di questi temi».

Visione d'insieme

«I tempi di recupero sono molto incerti - ha sottolineato Gianmario Tondato Da Ruos, AD Autogrill -. Nel nostro settore specifico si parla di una ripresa reale solo dal 2023, addirittura dal 2025. La ristorazione non è solo il punto vendita finale, ma coinvolge tanti settori: quello turistico, ma anche quello industriale, del design, dei trasporti e molti altri. Lo sguardo alla ripartenza dovrà guardare alla complessità della questione. Il proseguimento degli ammortizzatori sociali è fondamentale. Gli investimenti potranno ripartire solo grazie a investimenti a fondo perduto. Dovrà essere previsto un credito d’imposta. Sono questi i fattori che potranno farci affrontare il futuro».

Zanella: Iva sul vino al 4%

«La qualità produttiva, l’unione d’intenti, la visione d'insieme dovranno essere l’obiettivo certo - ha spiegato Maurizio Zanella, Presidente Cà del Bosco -. Ma io voglio che il Governo comprenda che le misure messe in atto finora non sono assolutamente sufficienti per tenere aperte quelle realtà. Grandi ristoranti stanno svendendo letteralmente le loro cantine per sopravvivere in questo periodo. In Francia, in Germania hanno agito tempestivamente rifondendo i ristoratori di importanti percentuali del fatturato dello scorso anno. Questa la strada da seguire. Noi lavoriamo all’80% con l’horeca perdendo in alcuni mesi fino all’85% del fatturato. E io chiedo: perché non portare l’Iva al 4% come per tutti gli altri alimenti? Questo sarebbe un segnale concreto».

Rosati: «Fate in fretta»

«Districarsi nella burocrazia italiana è un'impresa, cominciamo ad agire su questo - ha ribadito Massimiliano Rosati, Titolare Gran Caffè Gambrinus di Napoli -. E poi bisogna fare in fretta con le soluzioni altrimenti tante aziende non arriveranno a fine mese. Il caffè Gambrinus esiste dal 1860. Abbiamo superato due guerre mondiali, epidemie e catastrofi di ogni genere, ma ora siamo in difficoltà e non abbiamo nessuna certezza sul futuro. Abbiamo bisogno di risposte certe e soprattutto veloci».

Giuseppe Conte: «Facciamo squadra»

«Oggi siamo in una fase difficile della storia della nostra Repubblica - ha detto il Presidente del Consiglio dei Ministri, Giuseppe Conte -. Tensioni sociali e difficoltà economiche sono evidenti. Ecco perché stiamo lavorando coi nostri esperti per l’elaborazione di misure restrittive dosate e quanto più possibile limitate nel tempo. Dopo la battaglia contro il virus è oggi però fondamentale combattere un’altra battaglia. Ecco perché come Paese siamo chiamati a fare squadra per affrontare il futuro. Per questo ringrazio Fipe e Confcommercio per il dialogo di questi mesi. Tante risorse abbiamo messo in campo finora, e qui sono state ricordate, e altre ne metteremo in campo nelle prossime settimane e nei prossimi mesi. Ma siamo consapevoli della profondità e della lunghezza della crisi economica. Si sono aperti tanti nuovi scenari che hanno toccato il lavoro e la vita di professionisti, imprenditori, lavoratori. E anche e per tutto questo siamo già al lavoro per stanziare ulteriori risorse. Ma non dobbiamo rinunciare a guardare al futuro, riconoscendo i nostri punti di forza e soprattutto le nostre debolezze che hanno radici storiche che andranno eliminate. Vogliamo tutelare le grandi professionalità che esistono nel mondo della ristorazione. Gelaterie, ristoranti, pizzerie sono un patrimonio nazionale del quale siamo consapevoli e che non abbandoneremo. Il sistema burocratico e quello tributario presentano criticità conosciute al governo e da qui dovremo ripartire nei prossimi anni per delle riforme importanti».

«I protocolli messi in atto dalla ristorazione in questi mesi - ha concluso Conte - non sono stati sufficienti per contenere una pandemia che si è ripresentata in tutta Europa. Questo ci ha imposto a nuove misure, ma auspico che il dialogo con categorie come Fipe continui per arrivare a conclusione di questa fase storica».

«Presidente le lascio una riflessione - ha concluso Lino Stoppani -. Lei sa che le risorse attuali sono sufficienti. Per questo la nostra richiesta è quella di continuare a intervenire sui problemi che affliggono il settore».

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