Il 2023 sarà l’anno della ristorazione

tanno della ristorazione
Secondo il Foodservice Market Monitor di Deloitte nel 2023 la ristorazione in Europa crescerà del 6,8%, raggiungendo così  il livello pre-pandemia

Insieme alla notizia diramata dall’Aifa (Agenzia Italiana del Farmaco) che il Covid non è più una pandemia (e neppure un’endemia), giunge quella diffusa dal Foodservice Market Monitor di Deloitte che il 2023 sarà l'anno della ristorazione!
In Europa, infatti, il settore tornerà a crescere con un ritmo del +6,8%, raggiungendo così  il livello pre-pandemia.

Una nuova normalità della ristorazione

Certo, dolgono ancora le ferite inferte dal Covid-19 negli ultimi due anni, con un mercato della ristorazione europeo ridotto del – 12,3%, ma finalmente siamo usciti dal lungo tunnel, e il 2023 sarà l'anno dell'affermazione di una nuova normalità della ristorazione. Dal canto loro, i ristoratori dovranno impegnarsi a cavalcare il trend positivo puntando anzitutto sui nuovi servizi digitali ai quali ha abituato il Covid, poi sulla  diversificazione dell’offerta e su una migliorata qualità dei prodotti agroalimentari che devono essere proposti da una cucina che sia in grado di valorizzarli.

«La pandemia prima e il conflitto dopo hanno modificato profondamente alcune dinamiche. Le realtà della ristorazione, però, non possono dimenticarsi delle grandi trasformazioni in atto, come quella tecnologica - ha spiegato Tommaso Nastasi, value creation services leader di Deloitte, sentito da Adnkronos - Per salvaguardare la sostenibilità del business nel lungo periodo, le aziende del settore devono considerare tre imperativi: investire sulle competenze e l'integrazione di front e back-end, potenziare il coinvolgimento sia verso i clienti sia verso il proprio personale e infine innovare l'esperienza per il cliente, facendo leva su soluzioni digitali di prossima generazione».

In ascesa anche la cucina italiana nel mondo

La ripresa riguarda anche la performance della cucina italiana nel mondo: «Tra i ristoranti con servizio di qualità a livello internazionale la penetrazione della cucina italiana sfiora il 20%” - commenta ancora Nastasi - il posizionamento della ristorazione italiana nel mondo, tuttavia, è in prevalenza di “value for money”, con una maggiore concentrazione di ristorazione “premium price” nei Paesi dell’Asia. In Italia, invece, un terzo del mercato si posiziona nel segmento “low cost”. Ciò può essere in parte spiegato dalla facilità di approvvigionamento di materie prime, oltre alla ampia presenza di format quali trattorie e osterie».

 

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