L’industria del food rallenta nel 2020. Ma chi punta sulla salute avrà un recupero veloce

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Assieme all'ambiente e all'innovazione, la salute sarà uno dei comparti più forti nel post coronavirus, con vantaggi per la Food Industry che ne terrà conto. La notizia arriva dal Food Industry Monitor, osservatorio di riferimento sul settore food, realizzato dall’Università di Scienze Gastronomiche dellUniversità di Pollenzo in collaborazione con Ceresio Investors

Dopo un 2019 con performance di crescita pari al 3,1% (contro un Pil italiano cresciuto dello 0,3%), nel 2020, il food risentirà dell’emergenza sanitaria con un calo di fatturato del 5% (un dato tuttavia contenuto rispetto alle previsioni del Pil di -9,5%).
Il 2021, invece, sarà l’anno della ripresa, con un tasso di crescita previsto del 7,7%.

Le performance di lungo periodo (dal 2014 al 2018) rivelano che i comparti a crescita maggiore per fatturato sono stati farine, caffè, vino, food equipment, acqua, packaging e latte. I distillati registrano le performance di redditività commerciale (Ros, return on sales) maggiori, con un valore oltre il 13%. Buone performance di crescita anche per acque minerali (11,9%), food equipment (11,7%), birra (9,6%), dolci (7,8%), caffè (6,5%). Per quanto riguarda la  marginalità commerciale, siregistrano invece valori sotto la media di settore (6,5%) i comparti dell’olio, salumi, farine e latte.

Nel 2020, la marginalità commerciale sarà comunque influenzata relativamente, il Ros scenderà dal 6,2 al 5,9% per risalire al 6% nel 2021. Anche il tasso di indebitamento salirà dal 2,2 del 2019 al 2,7 nel 2020, per poi riabbassarsi a 2,4 nel 2021.
Nonostante la situazione economica, le esportazioni del settore food cresceranno mediamente dell’11% nel biennio 2020-2021. Meglio degli altri comparti, faranno nell’export distillati, farine, food equipment, dolci, acqua, caffè e latte. I comparti del vino, del packaging, della birra e dei salumi esporteranno con valori vicini alla media del settore. I comparti delle conserve e della pasta registreranno la progressione più limitata nella crescita dell’export.

Cosa cercano i consumatori, in Italia e all’estero

Le tendenze di mercato - analizzate su oltre 900 media specializzati nel periodo 2015-2019 – vedono in testa il tema degli alimenti salutari, che ha avuto il maggiore incremento di citazioni.
Mentre i media internazionali hanno mostrato crescente attenzione ai temi della sicurezza alimentare e dei processi di trasformazione del cibo, l’interesse italiano è concentrato sulle caratteristiche nutrizionali e sui temi della tradizione.

«Questi dati si riferiscono ai media prima dell’emergenza Coronavirus, ma ci aspettiamo che le tendenze emerse abbiano un ulteriore rafforzamento dopo la pandemia»  spiega Carmine Garzia, relatore della ricerca, coordinatore scientifico dell’Osservatorio e docente di Management all’Università di Scienza Gastronomiche di Pollenzo (Unisg).

Salute e ambiente sempre più strategici

Anche l’analisi dei modelli di business evidenzia che l’offerta è costituita per il 40% da alimenti salutari, cioè fatti con materie prime di origine biologica, oppure ottenuti con processi di trasformazione poco invasivi, senza additivi e conservanti artificiali, con benefici di tipo funzionale, ovvero cibi salutari negli effetti. Tuttavia, solo il 7% delle aziende enfatizza nella propria comunicazione il tema della salute: e chi lo fa, ottiene risultati migliori.

Precisa Alessandro Santini, head of corporate advisory di Ceresio Investors: «Le aziende che hanno saputo enfatizzare il tema salute hanno avuto tassi di crescita e redditività commerciale più elevate. Il differenziale è significativo: l’incremento di Roic (ritorno sul capitale investito) è del 25% superiore rispetto alle aziende che non fanno questo tipo di comunicazione».

Aggiunge Gabriele Corte, direttore generale di Ceresio Investors: «Ugualmente notevole il tema della sostenibilità ambientale, utilizzato dal 50% del campione. Ad esempio, oltre il 68% delle aziende utilizza packaging a basso impatto ambientale. Centrale il tema della tradizione, utilizzato in modo intensivo dall’80% delle aziende».

Le aziende si concentrano sull’innovazione di processo

Circa il 9% delle aziende ha registrato almeno un brevetto nel periodo 2010-2019. Il 62% dei brevetti riguarda innovazioni dei processi produttivi. Il 38% dei nuovi brevetti riguarda le innovazioni di prodotto. Il comparto del caffè si conferma tra i più innovativi, con 4,1 brevetti per azienda in media.

 

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