Anche al ristorante i bambini svolgono con diligenza le loro abituali mansioni: giocare, correre, sconfiggere la noia. Dal canto loro, i genitori si dividono due categorie opposte: quelli che si sforzano di arginare l’esuberanza dei figli, magari armandosi di quaderni e matite colorate, e quelli che pensano che tutti debbano tollerare di buon grado la vivacità dei loro pargoli perché "Si sa, sono bambini". C’è da aggiungere che questa seconda categoria è più numerosa per il semplice fatto che i genitori appartenenti al gruppo dei “controllanti” spesso lasciano i figli a casa con la baby-sitter o i nonni.
(Su questo argomento leggi anche l'articolo "I bambini al ristorante tra accoglienze e respingimenti").
Succede così che i clienti, sottoposti a urla e scorribande, spesso perdono la pazienza e litigano con i genitori e/o si lamentano con il ristoratore che cerca di genericamente di ristabilire la calma lasciando il problema insoluto.
Non è successo così a Tinton Falls, New Jersy - Stati Uniti, dove Tania e Chris Calabrese, proprietari del ristorante italiano Nettie’s House of Spaghetti, hanno proibito l’ingresso ai bambini di età inferiore ai dieci anni. Il divieto è scattato con un annuncio sul profilo Facebook del locale e ha raccolto in poche ore ben 3.500 commenti che sarebbero di certo aumentati se Tania e Chris non avessero deciso di bloccare la pubblicazione delle risposte.
Com’era prevedibile, i commenti erano di segno opposto, con gli indignati da una parte e gli entusiasti dall’altra. Quello che non era prevedibile, invece, è stato l’effetto a lungo termine dell’iniziativa: inaspettatamente, a distanza di sei mesi dallo stop ai bambini, il guadagno di Nettie’s è aumentato, sia perché non c’è stata un'apprezzabile perdita di clientela sia perché la presenza di tanti bambini al ristorante comportava numerosi coperti senza consumazione.
Qualcuno in Italia seguirà l’esempio? Staremo a vedere. Nel frattempo, posso ricordare che, per legge, il gestore di un ristorante ha il diritto di applicare al proprio locale le regole che più ritiene opportune purché siano sensate e giustificate.