Insetti sì, insetti no. Numeri alla mano, in Europa il valore di mercato del novel food si appresta a triplicare, passando da 82 milioni di dollari del 2018 ai 261 milioni previsti nel 2023. Guardando al Belpaese, almeno un italiano su tre si dice propenso ad assaporare prodotti a base di grillo e larve.
È quanto emerge dalla ricerca Insect food e consumator, condotta dall’Università di Bergamo su un campione di 1.170 consumatori. In base ai giudizi pervenuti ai ricercatori il 9% degli intervistati sarebbe “altamente propenso”, mentre il 21% si è detto “mediamente propenso” per soddisfare la propria curiosità o per sperimentare alimenti innovativi.
Per fortuna (nostra e vostra) la grande maggioranza delle persone si è detto invece poco propensa a testare questo tipo di prodotti. E sull’argomento interviene anche il Codacons, che chiede massima vigilanza e trasparenza in favore dei consumatori e pone l’accento sulla necessità di prevedere l’indicazione obbligatoria in etichetta anche dei possibili rischi per la salute umana derivanti dal consumo di tali farine, considerate le incognite dei nuovi alimenti sul fronte sanitario.
Se di futuro dobbiamo parlare personalmente preferisco scommettere sui i nuovi professionisti, tra i trenta e i quarant’anni, attaccati al proprio territorio, attenti alle materie prime autoctone, impegnati sul fronte della sostenibilità, ambientale ed economica, e capaci di fare rete, con fornitori e colleghi. Questo il profilo di chef, maître e sommelier che disegniamo attraverso i focus di questo mese su cucina e sala. Da non perdere.
