Riavvolgiamo il nastro: ad aprile l’annuncio del passivo accumulato in cinque anni dal ristorante Cracco in Galleria, poi a luglio la chiusura definitiva del bistrot Al Naviglio, seppure lo chef non avesse più quote da oltre un anno. Infine la notizia dell’imminente apertura presso il nuovo Corinthia Rome.
Nel mezzo il chiacchiericcio della rete, i commenti ecc. Poi arriva Alberto Quadrio del ristorante 10_11 dell’hotel Portrait e la sua idea di pasta in bianco a 26 euro, che fa impazzire Milano. Ma a distanza di tre mesi il game over: la separazione tra lo chef e la famiglia Ferragamo. E di nuovo la polemica divampa in rete.
Non vogliamo aggiungere legna al fuoco, né giudicare l’operato dei due chef, a cui va il nostro più sincero in bocca al lupo per le future avventure. Certo è che una riflessione sulla sostenibilità di alcuni modelli di business va fatta.
Sotto scacco non sembra essere tuttavia la creatività e il talento dei cuochi. Numeri alla mano, il 48% degli italiani si aspetta innovazione su sapori e ricette e il 47% vorrebbe vedere un miglioramento su ingredienti e prodotti. È quanto emerge dal Sentiment Study W9 di Circana Italia.
Come conciliare l’estro e la sperimentazione in cucina con gli alti costi di gestione? I buoni esempi non mancano. In questo numero vi raccontiamo le nuove imprese di Roy Caceres e Luciano Monosilio a Roma e di Tommaso Arrigoni a Milano. In cerca di buoni modelli siamo arrivati sino a Berlino, nel blasonato Coda di René Frank, dove la cucina prende in prestito le tecniche di pasticceria e cocktail d’autore si sostituiscono ai calici di vino.