La ripartenza è lenta e gli imprenditori della ristorazione non vedono a breve la possibilità di un ritorno alla normalità. È quanto emergeva a luglio dall’analisi condotta dal Centro Studi Fipe. In una nota alla stampa Lino Enrico Stoppani, presidente di Fipe-Confcommercio, ha dichiarato: “Le cause di una ripartenza drammaticamente lenta sono
da ricercare certamente nella riduzione dei flussi turistici nazionali ed esteri, ma non solo. Il calo dei consumi è dovuto anche alla chiusura degli uffici e alla conseguente assenza dei lavoratori dal centro delle città e dai quartieri direzionali. Da questo punto di vista allentare il ricorso allo smart working potrebbe ridare slancio a molte attività. La nostra federazione continua a proporre soluzioni, come il rafforzamento degli indennizzi a fondo perduto, la proroga degli ammortizzatori sociali, il credito di imposta sui canoni di locazione e la riduzione dell’aliquota IVA. Interventi che, a nostro avviso, potrebbero essere importanti per dare una spinta alla ripresa”.
C’è però chi non è rimasto ad attendere, ma ha voluto spingere sull’acceleratore reinventandosi un nuovo modo di fare ospitalità, pur tra séparé, mascherine ecc. «Perché il tempo delle lacrime è finito. Ora le menti creative devono tirare fuori il meglio di se stesse, essere d’esempio, creare format, fornire idee utili per tutti». Parola di Massimo Bottura. Nelle pagine dell'ultimo numero di Ristoranti le testimonianze di ristoratori e maÎtre che hanno raccolto la sfida.