Albert Adrià: il mio Enigma svelato

La nuova formula del ristorante di Albert Adrià, riaperto nel 2022, è rispettosa dei ritmi di lavoro della brigata. Rimane lo spunto di uno sperimentatore geniale: la sua idea di “fun dining” non manda in pensione le tecniche più sofisticate

Alla riapertura, dopo la tempesta silenziosa del Covid, nelle mani di Albert Adrià è rimasto solo un ristorante. Anche se dire “solo” non fa giustizia alla sua creatura più ambiziosa, Enigma. Aperto per la prima volta nel 2017 quando ancora si poteva parlare di un piccolo impero sperimentale attorno ai due mostri sacri della gastronomia, i fratelli Ferran e Albert. Oggi il ristorante di Barcellona è l’approdo finale di un percorso che ha lasciato indietro, prima ancora che un’idea di fine dining, una vecchia modalità di conciliare vita e lavoro.

Lo ha riconosciuto lo stesso Albert, parlando con la rivista Forbes: «Durante la pandemia mi sono reso conto che la vita che conducevo era tossica, a livello mentale come per la salute, e che avevo abbandonato la mia famiglia». Intanto c’era un ristorante da ripensare, il lavoro di 40 persone da ricalibrare e rendere più umano. 

Una nuova ristorazione

Non solo: c’era da tirare le somme di tutto quanto è stato acquisito in anni di esperimenti e imprenditorialità nella ristorazione. El Bulli all’inizio di tutto, poi Inopia Classic Bar, 41º, un concept che proponeva di stabilire un dialogo tra cocktail e snack, poi Tickets, una nuova visione del mondo delle tapas. Nel 2013 hanno aperto Pakta, poi Bodega 1900 e il taco shop Niño Viejo.

Infine Hoja Santa, il ristorante gastronomico messicano. Poi è arrivato Enigma nella sua prima versione, quindi Cakes & Bubbles a Londra, poi il Covid. Nell’aprile 2021 arrivò la notizia della chiusura definitiva della società con la quale Albert aveva dato vita a Hoja Santa, Pakta, Bodega 1900, Tickets (rinato sotto altro nome, Teatro, e con altra proprietà). Oggi confluisce su Enigma tutta questa impegnativa eredità.

Stesso imprinting, stesse atmosfere, ma...

Il locale non ha subito ristrutturazioni o cambiamenti strutturali rispetto alla versione “A”: stesso imprinting minimal, stesse atmosfere oniriche nei toni del grigio, spadroneggiano ferro e vetro. «Abbiamo cercato la formula ideale affinché i nostri clienti possano vivere un'esperienza gastronomica diversa», spiegano dal ristorante. Via il percorso di degustazione che portava i clienti da uno spazio all’altro, si torna alla sala, con personale preparatissimo sui piatti e sulla proposta.

Briefing quotidiani

Ai briefing quotidiani con camerieri e staff Adrià tiene tantissimo, come alla fedeltà all’idea del “fun dining”. Senza mai dimenticare la cura per la tecnica e la selezione delle migliori materie prime. «Il nostro menu viene creato mese per mese seguendo il ciclo dei prodotti che troviamo nei mercati, ai quali applichiamo tutte le conoscenze tecniche che abbiamo, ma sempre al servizio del prodotto stesso».

In realtà, Enigma sta ancora cercando di risolvere il suo stesso mistero, sperimentando sulla formula prima ancora che sui piatti. L’impostazione del servizio è già cambiata rispetto alla scorsa estate. È rimasta una certezza: niente pranzo. Salvo il venerdì, apertura solo serale (19.30-22) nei giorni feriali. Sabato e domenica, si chiude. Via la carta: da marzo un menu degustazione da 25 portate, al prezzo di 220 euro drink esclusi. 

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