Lo scorso giugno negli studi di MasterChef, una intera giornata con Francesco Amadori per decretare il vincitore del concorso Amadorabili Chef e presentare i risultati dell’indagine demoscopica di AstraRicerche “Italiani, Amadori e il boom del cooking”
Negli studi di MasterChef Italia si è tenuta a fine giugno una puntata speciale del talent show gastronomico più famoso al mondo, dedicata ad Amadori, dal 2013 partner del programma.
L'occasione è stata creata per la fase conclusiva del contest Amadorabili Chef di cui il vincitore è stato incoronato da Francesco Amadori, fondatore e Presidente del Gruppo. Amadori è uno dei principali leader nel settore agroalimentare italiano, azienda innovativa e punto di riferimento per i piatti a base di carne, con un fatturato 2012 di oltre 1,2 miliardi di euro. Fondato a San Vittore di Cesena quarant’anni fa, il Gruppo è presente oggi sul territorio nazionale con stabilimenti industriali, filiali e agenzie, contando sulla collaborazione di oltre 7.200 lavoratori
Durante l'incontro è stata presentata anche l’indagine “Italiani, Amadori e il boom del cooking” (su 1005 interviste online, somministrate ad un campione rappresentativo della popolazione di età compresa fra i 18 e i 70 anni): «i risultati – come illustra il ricercatore sociale Enrico Finzi – fotografano un Paese che, malgrado la crisi, non ha perso la voglia di cucinare, tutt’altro: l’antica passione collettiva per il mangiare e il bere si sta arricchendo con quella, ormai maggioritaria, per la preparazione dei cibi; anche grazie al ricorso a vecchie e nuove forme di informazione e di education, come internet e la televisione».
Cucinare, piacere condiviso
Cucinare, insomma, è un piacere, uno strumento di realizzazione di sé e non più solo un dovere. La maggior parte degli intervistati (il 72%) dichiara di essere migliorato ai fornelli negli ultimi tre anni, sia ampliando la varietà dei piatti preparati, sia perfezionando i propri cavalli di battaglia. Inoltre, a fronte di un 39% che predilige recuperare le ricette della tradizione, al 24% piace sperimentare e provare accostamenti e metodi di preparazione diversi dal comune.
Fra i dati emersi dal sondaggio colpisce il favore per la cucina facile “ad effetto”, cioè per quei piatti di preparazione non troppo impegnativa, che però soddisfano il palato e la vista: il che si spiega non solo con il desiderio di emulare gli chef stellati protagonisti di trasmissioni molto seguite in TV, ma anche con la capacità dell’easy cooking di conciliarsi con ritmi di vita intensi, rendendo possibile trascorrere più tempo con parenti e amici.
Le fonti di informazione
Quel che colpisce è l’attivismo sul terreno delle informazioni da parte dei cookers, cioè del 97% degli Italiani che più o meno frequentemente fa da mangiare: infatti, nell’ultimo anno, il 51% ha visitato su Internet siti/blog/communities di cucina; un identico 51% ha seguito trasmissioni televisive che mostrano come cucinare; il 49% ha seguito trasmissioni televisive nelle quali personaggi famosi o normali cittadini si sfidano nel cucinare; il 40% ha letto - saltuariamente o regolarmente - riviste o articoli di cucina; il 22% ha acquistato o ricevuto in omaggio ricettari che poi ha utilizzato; il 3% ha frequentato corsi di cucina (e si tratta di un milione di adulti). Il web ha coinvolto assai più le donne (63%) che gli uomini (39%) oltre ai 18-34enni (62%, poi la percentuale cala con l’età). Analoghe accentuazioni hanno riguardato le trasmissioni televisive di ogni tipo, mentre la stampa raccoglie meno adesioni tra i maschi e i giovanissimi.