Cominciamo a dire che SlowSud, a un anno dall’apertura si è già guadagnato la reputazione di un luogo dove si mangia dell’ottimo cibo di strada cucinato alla meridionale. Niente male per una matricola in una piazza snob come quella milanese. Il merito va tutto a tre imprenditori trentenni d’origine siracusana, Luca Rudilosso, Anthony Tata, Lorenzo Rollo, che si sono inventati un bistrot dall’anima green che funziona quasi h 24.
Qui, a pranzo, l’inflazionato hamburger cede il posto al “panino cucinato” farcito con ingredienti davvero tipici: dallo spada alla salsiccia, dalle panelle alla caponata. Per non parlare del ventaglio di piatti mediterranei rivisitati dallo chef Vito Di Maggio: si parte dalla Nuova Norma, pasta con salsa di pomodoro fresco tirata per 12 ore, per arrivare allo allo street food siciliano proposto “all day long” con arancini e scacce da gustare al banco o take away. All’aperitivo sono protagoniste le “muciulerie” (versione siciliana delle tapas): piccoli assaggi in formato “mini” in cui il piatto cede il passo al barattolino in vetro con spada, caponatina, macco di fave ecc. Il tutto in abbinamento a vini del Sud e cocktail della casa come il Sicilian Spritz, rivisitazione dello Spritz con l’aggiunta di spremuta fresca di agrumi o il Mojito al basilico.
A cena, si ritrovano i grandi classici della cucina meridionale: dal Tonno alla Chitarra al baccalà alla siciliana. «Il numero dei clienti è in continua crescita - dichiara Luca Rudilosso - e alla fine dell’anno decideremo come espanderci». In programma l’apertura di altri SlowSud in Italia prima del balzo all’estero.