Che sia l’anno del maiale? Non parliamo di segni zodiacali cinesi (per la cronaca, il prossimo anno del maiale sarà nel 2019), ma di consumi al ristorante. Secondo l’Osservatorio Crest di The Npd Group (i dati si riferiscono all’anno terminante a marzo 2017, cioè al periodo aprile 2016-marzo 2017), nell’ultimo anno gli ordini di carne al ristorante sono cresciuti del 2,8%. Una crescita (quasi) tutta da ascrivere all’incremento dei consumi di carne di maiale e salumi, dal momento che le altre tipologie di carne più richieste (il manzo - ad eccezione dell’hamburger - e il pollo) registrano una flessione. «Per la carne è sempre difficile prevedere se il trend sia destinato a durare - afferma Matteo Figura, responsabile divisione Foodservice di The Npd Group Italia -, visto che la discontinuità dei consumi è all’ordine del giorno, come hanno dimostrato negli ultimi anni i casi della mucca pazza, dell’aviaria ecc., imprevedibili e non controllabili».
Ma non eravamo diventati “tutti” vegetariani? «L’aumento dei consumi di carne - continua Figura - è legato a due fattori: il primo è la rinnovata voglia di esperienze edonistiche e appaganti legate ai consumi fuori casa, che spinge i consumatori verso la richiesta di portate “più ricche” rispetto ai primi piatti. Dall’altra il fatto che mentre i vegetariani al ristorante trovano quasi sempre qualcosa per loro, non avviene lo stesso per chi mangia senza glutine, che spesso ha una “scelta obbligata”: le proteine animali».