Dopo un primo quadrimestre positivo, chiusosi con un incremento dello 0,6% nelle vendite al canale ristorazione da parte dei grossisti, il mancato ripetersi delle condizioni di eccezionale calore che aveva caratterizzato l’estate 2015 ha fatto arretrare le vendite di acqua minerale al ristorante. Secondo i dati dell’osservatorio Tracking Grossisti bevande di Iri, nel periodo gennaio-luglio 2017 gli acquisti di acqua minerale dei ristoratori sul canale ingrosso sono diminuite del 5,5%: «Un dato - afferma Mario Carbone, business development manager di Iri-SalesOut - comunque migliore rispetto a quello dell’horeca nel suo complesso, che registra un -6,8%».
Il vuoto a rendere resta la tipologia di confezionamento più diffusa nella ristorazione, con il 52,9% delle vendite a volume; ma le bottiglie di plastica, protagoniste assolute al bar, stanno insediandone la leadership anche sui tavoli dei ristoranti: «I motivi? Da un lato lo sforzo dei produttori nel realizzare formati in Pet innovativi in plastica dura, di una qualità migliore e con un packaging più elegante - spiega Carbone -. Dall’altro gli indubbi vantaggi per i ristoratori in termini di spazi di stoccaggio e costi d’acquisto. In mancanza di incentivi a favore del vuoto a perdere, sarà difficile invertire questa tendenza». La corsa all’adozione dell’acqua potabilizzata, che ha coinvolto soprattutto i ristoranti di medio livello, sembra aver rallentato il proprio incedere, anche per la reazione dell’industria di marca che ha tentato di mettere in rilievo i potenziali rischi di tale scelta. Chi invece ha guadagnato spazio sulle tavole dei ristoranti sono da un lato i formati da 75 cl, arrivati a pesare oltre il 47% del totale, e dall’altro l’acqua effervescente naturale, cresciuta come quota di mercato a scapito soprattutto delle acque gassate e lievemente gassate.