Il Consiglio dei Ministri gli ha dichiarato una guerra del valore di ben 2,9 milioni di euro. È questa l’enorme cifra stanziata per debellare il Granchio Blu (Callinectes sapidus), l’ultimo flagello ecologico che, dopo avere messo in ginocchio i produttori di vongole e cozze dell’Alto Adriatico, ora minaccia il resto delle coste italiane e tutto il mercato ittico nazionale.
Il successo di questa specie aliena proveniente dalle coste dagli Stati Uniti è determinato dall’assenza di predatori. Tranne l’uomo, ovviamente. E alla sua capacità predatoria ora guardano con speranza gli addetti all'itticoltura, il Consiglio dei Ministri e l’intero ecosistema marino del nostro paese sempre più assediato dalle orde fameliche di questo spietato killer.
Il progetto di contrapporre alla voracità di questo crostaceo quella dell’essere umano è favorito dalla fortunata circostanza che si tratta di un prodotto di grande pregio gastronomico, come lascia supporre quel "sapidus" presente nel nome scientifico. Non è un caso che le crab cake, crocchette di gambero, siano il piatto - simbolo di Baltimora, Maryland.
Anche in Italia si infoltisce la schiera degli chef che hanno accettato la sfida di combattere il grande predatore sfruttando proprio la bontà delle sue carni, come Tino Vettorello, cuoco ufficiale della Mostra d'Arte Cinematografica di Venezia e responsabile del menu di diversi ristoranti in Veneto e fuori. Tra i suoi piatti, un’ "Insalata con granchio blu, crema di basilico, salicornia, scaloppa di pomodoro nasone e gocce di lampone" e lo "Spaghetto al nero di seppia con granchio blu, bottarga di muggine, emulsione di peperone giallo affumicato e pomodoro ciliegino di Pachino.
Già lo scorso anno Chiara Pavan e Francesco Brutto, del Venissa di Mazzorbo, presentarono a Identità Golose edizione 2023 il "Toast di granchio blu e fiori di prugnolo", ora propongono un raffinato "Miglio, Chawanmushi di granchio blu e carote fermentate".
Grande sostenitore dell’alta qualità di questo granchio è anche lo chef - star della tv Alessandro Borghese, che lo utilizza nello spin-off de Il Lusso della Semplicità, ristorante all'interno del Casinò di Venezia. Nel menu del locale, ora compare un piatto che si chiama “Granchio blu aiutame tu”, con mais, sarda affumicata, cipolline, patate, mela, sedano, crescione, foglie di fico, lime, uova. A parte questo interessantissimo exploit creativo, Borghese rivela di usarlo con successo in preparazioni tradizionali come la zuppa di pesce e le bouillabaisse.