Grossisti food: vince chi si specializza

La fotografia del mercato dei distributori di food per l'horeca fatta da Progettica: un mercato polverizzato dove 250 operatori fanno il 50% del fatturato e i rimanenti 1.600 si spartiscono l’altro 50%

Grossisti food
In un mercato molto polverizzato, i maggiori 250 grossisti fanno il 50% del fatturato. Chi si specializza su carne e/o pesce ottiene performance superiori alla media

Un leader incontrastato, due big e, dietro, un mercato polverizzato dove 250 operatori fanno il 50% del fatturato e i rimanenti 1.600 si spartiscono l’altro 50%: è la fotografia del mercato dei grossisti food fatta da Progettica, società di consulenza milanese che ha censito i 1.888 più importanti operatori nazionali.

Il podio è dominato da Marr, che con un fatturato di 1,7 miliardi di euro copre il 15% del mercato, seguito da Dac (400 milioni) e Pregis (250 milioni); dietro di loro, sono 24 le aziende con un fatturato superiore ai 20 milioni di euro.
«Sono queste ultime le protagoniste del mercato - afferma Alberto Scola, ceo di Progettica -, che sta andando verso una maggiore concentrazione. Infatti da un lato le aziende medio-grandi performano meglio delle altre, grazie alla spinta verso una maggiore specializzazione, e dall’altra crescono dimensionalmente anche grazie ad acquisizioni, rilevando gli operatori nella fascia di fatturato attorno ai tre milioni di euro. Questi ultimi, a meno che non siano superspecializzati, fanno sempre più fatica a stare sul mercato in modo profittevole».

Focus su carne o pesce

Le aziende di distribuzione che hanno imboccato la strada della specializzazione, puntando a sviluppare l’assortimento di carni e/o di pesci (questi ultimi sia congelati che freschi) sono quelle che ottengono risultati superiori alla media del mercato sia sul fronte della crescita del fatturato che della redditività.
«La specializzazione è una scelta premiante - spiega Scola - perché negli ultimi anni i ristoratori tendono a ridurre il numero di fornitori e soprattutto a concentrare una quota significativa dei loro acquisti su un unico partner; e uno dei criteri chiave di scelta è la profondità assortimentale».

Dal gelo le performance migliori

La crescita delle vendite coinvolge tutte le categorie, ma è il gelo a registrare le performance più significative: «I ristoratori, soprattutto nella fascia media - spiega Scola - stanno concentrando i propri sforzi verso una gestione più attenta del food cost e una riduzione degli sprechi; da qui la ricerca di prodotti ad alto contenuto di servizio, a partire dai vegetali e dal pesce, che permettono loro di tenere il costo delle materie prime più stabile e controllato».

 

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