Nel corso di una conferenza stampa tenutasi a Roma, Confcommercio ha rivelato che negli ultimi cinque anni la tassa sui rifiuti è aumentata in modo esponenziale, con distorsioni evidenti sia a livello territoriale sia tra le categorie economiche. Un ristorante può arrivare a pagare il 1.900% in più di un altro. Nel caso della tassa sui rifiuti, i ristoranti hanno visto aumentare i costi quasi del 500%, mentre ortofrutta, pizzerie e discoteche hanno superato addirittura il 600%.
Enormi anche le differenze dei costi a livello territoriale: sono numerosi casi in cui la spesa per la gestione dei rifiuti, a parità di livelli qualitativi di servizio, vede differenze che arrivano fino al 900% anche tra Comuni limitrofi. Ancora più anomali i divari di costo tra medesime categorie economiche, sempre a parità di condizioni. Per un ristorante di 180 metri quadri si va dai 500 euro all'anno a quasi 10 mila (1.900%), mentre per un albergo di 1.000 metri quadri, ad esempio, lo scostamento è del 983%, passando da un minimo di 1.200 euro ad un massimo di 13.000. La situazione risulta poi aggravata dal peso dell'inefficienza delle Amministrazioni locali: il 62% dei Comuni capoluogo di provincia registra infatti una spesa superiore rispetto ai propri fabbisogni, peraltro associata a livelli di servizio e prestazioni inferiori: in alcuni casi lo scostamento dal fabbisogno è superiore all'80%.
Questa inefficienza produce un costo di 1,3 miliardi di euro di mancato risparmio, che potenzialmente avrebbe potuto rappresentare una riduzione del costo del servizio e quindi della tariffazione.
Questo il commento di Lino Enrico Stoppani, presidente FIPE: «Da anni Fipe denuncia l’insostenibile aumento dei tributi. Quanto riferito da Confcommercio ne è la conferma. E’ davvero impensabile amministrare un’impresa e pianificarne e gestirne lo sviluppo in una situazione in cui in pochi anni le tasse aumentano addirittura del 500%. In un momento in cui si intravede l’uscita dal tunnel dopo anni di congiunture economiche sfavorevoli, le imprese andrebbero agevolate anziché tassate sempre di più. Il problema ha una duplice dimensione: macroscopica per i ristoratori e il commercio, ma an che legata al singolo cittadino. In generale i tributi locali hanno infatti avuto un’impennata spaventosa, in maniera difforme sul territorio nazionale, che ha impoverito tutti cittadini, non ripagata da una qualità del servizio. Sviluppare con decisione l’economia circolare e considerare i rifiuti una risorsa porterebbe molti vantaggi: risparmi sul bilancio dello Stato, diminuzione del peso fiscale sulla popolazione e salvaguardia dell’ambiente. Auspichiamo quindi che il Governo agisca in maniera drastica intervenendo sulle inefficienze della spesa pubblica e non facendole pagare a imprenditori e cittadini».