Si chiama Jamin ed è una startup nata nel 2018. Di cosa si occupa? Di affinamento del vino. O meglio, si occupa di "cantinare" sott'acqua vini distillati per conto terzi. Questo grazie a un metodo brevettato e sostenibile che l'azienda mette al servizio delle cantine che desiderano far migliorare i propri vini lasciandoli, per un certo periodo, ad affinare sul fondo del mare.
Investimenti e ricerca
Con 280 investitori (coinvolti anche grazie a un’operazione di equity crowdfunding) la società ha appena concluso una grande operazione di messa a “cantinamento”, in pratica ha messo a dimora, sott'acqua naturalmente, oltre 20 tipologie di vini e distillati. L’obiettivo è stato e sarà quello di sperimentare e quindi sviluppare le tecniche di affinamento di vino e distillati sotto il livello del mare, oltre che di recuperare la nuova collezione di Champagne Underwater -52 già immersa alcuni mesi fa.
La cantina è in fondo al mare
Le bottiglie, che sono state depositate nel mare di Portofino, sono dotate di un sistema anticontraffazione basato su blockchain, la tecnologia resa famosa dai bitcoin, che tutela l’unicità del prodotto e permette di scoprire le caratteristiche e tracciare l’origine del vino anche dopo l’immersione.
Per la realizzazione di questo progetto, Jamin si è avvalsa del supporto tecnico del Dipartimento di Scienze e Tecnologie Agrarie, Alimentari Ambientali e Forestali dell’Università di Firenze e dell’Associazione Italiana Sommelier.
Una partnership importante che, nelle intenzioni dei fondatori della startup, dovrebbe sviluppare al meglio la nicchia enologica che si occupa di affinare i vini sui fondali marini così da dar vita a una nuova categoria di prodotti, gli underwaterwines. Vini che secondo gli esperti presentano proprietà organolettiche, di gusto e olfattive diverse e sorprendenti rispetto ai vini affinati nelle tradizionali cantine terrestri.
Il progetto Underwater Wines
«Il progetto realizzato da Jamin rende Portofino e quindi l’Italia un centro nevralgico nella ricerca sulle tecniche subacquee legate all’enologia e sugli sviluppi del cantinamento in mare dedicati a vini e distillati in genere – ha affermato Emanuele Kottakhs, Ceo di Jamin Portofino Underwater Wines (www.underwaterwines.com) –. Siamo orgogliosi e stimolati dalla grande risposta ottenuta da parte di prestigiose aziende vinicole, che come noi credono nell’innovazione e nella tecnica, come elementi fondamentali per la qualità e la crescita del brand. La cantina di Portofino, nata grazie anche alla fiducia riposta in Jamin dall’Area Marina Protetta, da oggi diventa un prezioso laboratorio destinato all’analisi e allo studio. Nei prossimi mesi lavoreremo per rafforzare i
l legame con i vari territori enologici aprendo cantine subacquee in tutta Italia dedicate al servizio di cantinamento conto terzi per i tanti produttori che ci hanno cercato e vogliono abbracciare questa tecnica di affinamento».
I prodotti messi ad affinare
Tra i prodotti "ammarati" e in sperimentazione oggi, primi a livello mondiale ad immergersi nella loro tipologia si trovano vini fermi bianchi, rossi, rosati e fortificati, spumanti, spirits e liquori, rappresentanti della migliore produzione italiana e delle grandi denominazioni italiane: Gin Portofino, Tenuta Campo al Signore Bolgheri, Niasca Portofino Vermentino dal Monte di Portofino Doc, Azienda Federici Giulio, La Cappelletta Portofino DOC della Duchessa di Westminster Natalia Grosvenor, Piero Dry Gin, Francesco Intorcia Marsala, Mancino Vermouth, Primaterra Vini dell’Etna, Tenuta Del paguro Ravenna e da Genova il Basanotto.