
Ora è il vino a parlare di Fratelli Berlucchi e non più il contrario. Il segno del cambiamento si chiama Freccianera Collection, una famiglia composta da: Freccianera Brut, Freccianera Rosa, Freccianera Satèn e Freccianera Nature.
Nuove le etichette, create dallo studio Mediane Création di Parigi, nuovo il concept di marketing per un’offerta dove il naming sostiene tutto il cambiamento.
Freccianera Collection è composta solo da Franciacorta ottenuti da uve Chardonnay, Pinot Nero e Pinot Bianco con il metodo classico della rifermentazione in bottiglia (metodo Franciacorta) e sono tutti millesimati, ovvero maturati per più di 37 mesi - più di 30 a contatto con i lieviti in bottiglia - e datati sull’etichetta con l’anno di vendemmia, composti pertanto per oltre il 90% di uve raccolte in quello stesso anno e per questo molto caratterizzati nel profumo e nel sapore.
La Collection comprende il Freccianera Brut, dal bouquet agile e fresco e dal sapore secco e brillante; il Freccianera Rosa, realizzato con aggiunta di Pinot nero vinificato in rosato, dal sapore fine e armonico; il Freccianera Satèn, dal caratteristico perlage sottile, dal profumo raffinato e dal sapore morbido e carezzevole, recentemente Silver Medal al prestigioso The Champagne & Sparkling Wine World Championships, di Tom Stevenson, infine il Freccianera Nature, pieno e armonico, particolarmente secco perché ottenuto senza aggiunta di liqueur.
Di proprietà dei quattro fratelli Berlucchi, Marcello, Roberto, Gabriella e Pia Donata – dopo la recente scomparsa del più anziano Francesco - la storica cantina mantiene da sempre il nome di famiglia in tutte le sue etichette e con 400.000 bottiglie prodotte l’anno si rivolge ai migliori ristoranti ed enoteche in Italia, Europa, Stati Uniti, Messico, India, Cina e Giappone.
Con un occhio di riguardo alla cultura eco-ambientale, l’azienda lavora 70 ettari di vigneti coltivati a guyot e cordone permanente speronato, la vendemmia è fatta rigorosamente a mano e la vinificazione è curata tanto in centenarie botti di rovere quanto in modernissimi tini d’acciaio, metodo che coniuga gesti antichi con le nuove tecnologie agrarie.