L’azienda ha presentato il bilancio 2011 con dati annuali più che positivi. Fatturato, 368 milioni di euro, e margini, 23 milioni, in deciso incremento
Crisi? Non per tutti. In controtendenza, almeno nel settore vitivinicolo, troviamo Giv, il Gruppo Italiano Vini, che ha recentemente presentato i risultati del 2011 evidenziando numeri molto interessanti e positivi. Fatturato consolidato in crescita, da 328 a 368 milioni nel 2011 (+12%), 23 milioni di Ebitda (ovvero il margine operativo prima di oneri fiscali, deprezzamento beni, ammortamenti eccetera) e segnali positivi che arrivano da tutte le controllate del gruppo.
Un gruppo che rafforza la sua leadership e che oggi produce e commercializza oltre 105 milioni di bottiglie l'anno, ha 15 cantine di proprietà, cura 1.340 ettari di vigneto.
«È la prima volta che nel settore del vino si ha un sostanziale equilibrio tra domanda e offerta nel mondo - spiega Corrado Casoli, presidente del Giv -, ma questo non ha impedito di raccogliere quelle opportunità che il mercato offriva». Come per esempio quelli derivanti dalla nuova politica Ocm, le Organizzazioni comuni dei mercati agricoli, che hanno permesso di compensare la riduzione interna con la crescita dell'ex- port, sostenuta anche da contributi per la promozione e l'esportazione.
Obiettivi precisi
«In un tale contesto - prosegue Casoli - Giv ha voluto darsi obiettivi precisi. Innanzitutto rafforzare ulteriormente la propria penetrazione commerciale e distributiva nel mondo». In quest'ottica vanno lette sia l'apertura di Shangai Giv in Cina sia la trasformazione da semplie agenzia in vero e proprio importatore e distributore della Giv Deutschland di Monaco di Baviera, senza contare i già ottimi risultati fatti registrare da Frederick Wildman, importatore Usa, che ha segnato un +11% di fatturato lo scorso anno (la FW è partecipata al 79% da Giv) o quello di Carniato Europe che ha segnato un + 9,3% (65% delle quote in mano al gruppo veronese).
E i singoli marchi? Dopo le ottime performance fatte registrare nel 2011, tra gli altri, da Cavicchioli (Lambrusco) e Carpenè Malvolti (Prosecco), il 2012 si prospetta all'insegna del Chianti «uno dei prodotti sui quali concentreremo i nostri sforzi nel corso di quest'anno», dice Davide Mascalzoni, direttore generale Giv. Ecco dunque Re Chianti Melini, appena presentato al Vinitaly, e sul quale si concentreranno gli sforzi della rete vendita italiana nei prossimi mesi.