È una delle pioniere del tema di vini biodinamici e biologici: è Susanna Tezzon e guida il Giardino delle Esperidi di Bardolino, sulla sponda veronese del lago di Garda.
«Sono stata tra le prime a parlare di biodinamica - dice Tezzon -, quando pochi sapevano cosa fosse. Oggi siamo di fronte a una grande domanda di biologico, ma spesso si tratta di una domanda poco consapevole. Il pubblico chiede il bio non realmente per quello che è, ma perché segue una moda».
Delle circa settecento etichette presenti nella cantina del ristorante, più della metà sono bio; eppure non è certo questo a fare la differenza: «Raramente lo segnalo in carta, perché non mi piace fare questa distinzione. Io sono per il vino buono, a prescindere dal tipo di coltivazione, anche perché onestamente sono ormai pochissimi quelli che usano troppa chimica, e anche i vignaioli convenzionali sono molto attenti».
Prima di ridisegnare il futuro, però, servirebbe comprendere meglio il presente, e evitare alcune pratiche e scelte commerciali non propriamente sagge: «Negli ultimi tre o quattro anni ho visto colleghi decidere di non acquistare vini che non siano bio; ma questo non porta a nulla, è anzi un errore. Piuttosto si spieghino le differenze; il biologico è una filosofia produttiva, ma non va cancellato tutto il resto».