La dotazione di bicchieri dipende dall’offerta di vini. È il consiglio di Massimo Leonardi, ad di Leonardi & C. che distribuisce in Italia i prodotti Pasabahçe, storica vetreria turca. Eleganza e robustezza le caratteristiche che contraddistinguono le nuove linee
Strumento fondamentale in un ristorante, il bicchiere va scelto mirando sia alla qualità sia alla robustezza. Non è facile però trovare la soluzione giusta: tra tanti prodotti a basso costo si nascondono, il più delle volte, oggetti fragili, che si rompono dopo pochi lavaggi o, peggio, che possono costituire un rischio per l’avventore proprio perché troppo facili alla rottura.
Il tema della concorrenza con prodotti di qualità discutibile è al centro delle politiche commerciali dei principali gruppi che invece trattano il bicchiere per la ristorazione con una solida storia alle spalle. È il caso di Pasabahçe, marchio storico della vetreria mondiale, nato nel 1934 e controllato dalla Sisecam Holding.
La vetreria turca, fondata nel distretto di Beykoz, pochi chilometri a Nord-Est di Istanbul, è azienda ben nota in Italia, rappresentata e distribuita dalla Leonardi & C. di Milano, che oltre a commercializzare e promuovere i prodotti ha costruito una rete di vendita e di assistenza capillare.
Linee alleggerite
«La strategia - spiega Massimo Leonardi, amministratore delegato di Leonardi & C. - parte dallo studio delle esigenze del ristoratore moderno, attento alle tendenze e alle evoluzioni del mercato e dei consumatori». I feedback dalle vendite, per esempio, mettono in evidenza un notevole successo per la serie di calici Allegra, elegante e resistente allo stesso tempo, nella quale è stato inserito anche il nuovo bicchiere da acqua. Si tratta di calici utilizzabili per il servizio al tavolo ma anche di aperitivi tipo Spritz.
«Anche la linea di calici Montecarlo - dice Leonardi - ha risposto molto bene. Si presta al servizio delle bollicine e comprende ben sei misure oltre al bicchiere da acqua».
Si torna all'essenziale
Dall’esperienza distributiva di Pasabahçe in Italia emerge una controtendenza rispetto a qualche anno fa, quando le case facevano a gara per proporre linee di calici articolate in un gran numero di forme, ognuna per una tipologia di vino. Ora sembra invece di assistere a una riduzione delle gamme, fino all’estremo di dotarsi al massimo di tre pezzi: un calice per i rossi, uno per i bianchi e il bicchiere da acqua.
Le cose stanno davvero così? «Sostanzialmente sì - dice Leonardi - in un assortimento ridotto all’osso possono essere sufficienti un calice da 50 cl circa e uno da 35 cl, oltre al bicchiere da acqua della stessa linea. La flûte tradizionale può benissimo essere sostituita dal calice da 50 cl oppure si può optare per un solo calice a goccia per tutti gli spumanti e Champagne».