Vini frizzanti in controtendenza

Osservatorio –

Il rapporto annuale Mediobanca certifica l’ottima tenuta del settore: in crescita le vendite a valore e soprattutto l’export. Ma le vendite nella ristorazione, secondo Wine Monitor, soffrono. In calo i rossi, guadagnano terreno i rosati e le bollicine

Mercato del vino? È in salute e in controtendenza rispetto alla gran parte degli altri comparti agroindustriali italiani. A certificarlo è l'ultimo rapporto annuale di Mediobanca sul settore, uscito agli inizi di aprile di quest'anno.
In particolare lo studio è realizzato dall'Area Studi Mbres, che analizza lo scenario produttivo del vino dal punto di vista degli investitori, e quindi valuta direttamente la salute e le performance delle aziende del comparto. I dati ultimi definitivi si riferiscono al 2011, ma forniscono anche un preconsuntivo del 2012 e indicano le attese per il 2013.
La prima valutazione che emerge dall'analisi è, come dicevamo, che il settore vinicolo in Italia è più in salute di altri, con le aziende che fanno registrare un aumento complessivo del fatturato (+6,9%) e che tornano a investire in tecnologie (+10%) dopo la flessione registrata nel 2011.

Export in salute

Va anche detto che le buone performance sono soprattutto merito delle esportazioni: se infatti le vendite interne di vino aumentano in valore nel 2012 del 4,5%, l'export cresce addirittura del 9,4%.Quello che interessa però è la percezione delle imprese per il futuro. In generale, osservano gli esperti di Mediobanca, l'87% delle aziende del comparto prevede di non ridurre i fatturati nel 2013 e oltre il 60% prevede addirittura di aumentarli. Calano però gli ottimisti: sono il 14,5% coloro che pensano di aumentare le vendite nell'anno di oltre il 10% rispetto all'esercizio precedente, mentre nel 2012 la percentuale era decisamente sopra il 40%.
“L'intonazione del 2013 permane meno ottimistica di quella del 2012” conclude il rapporto. Ma va anche detto che nessun produttore teme cadute nette del fatturato.

Aumentano i listini

In questo panorama, il settore della ristorazione resta, sul fronte interno, il secondo maggior mercato di vendita per le aziende del vino dopo la grande distribuzione.
Se la Gdo assorbe, infatti, il 45,1% dell'offerta, il canale horeca segue con il 18,7%. Ma è nei ristoranti e nelle enoteche che si concentra la vendita di grandi vini: insieme queste due tipologie di esercizio assommano quasi il 62% di tutte le etichette di alta qualità vendute in Italia. All'estero, al contrario, il vino italiano passa per lo più da distributori e importatori, con un minimo contatto diretto con il ristoratore. Se si va in cerca di indicazioni operative per la proposta di vino nei locali, la lettura del rapporto ci aiuta soprattutto quando considera le tipologie di vino più vendute. Tra tutte, registrano un segno positivo soltanto gli spumanti e i rosati. Ma se i volumi di questi ultimi sono ancora bassi, è interessante però sottolineare che gli spumanti siano cresciuti del 10,9% in Italia per valore venduto e del 3,4% per quantità, con prestazioni all'estero ancora più ragguardevoli.
Si notano quindi due tendenze: il pubblico evidentemente ama sempre di più le bollicine che consuma anche in situazioni una volta inconsuete, per esempio a tutto pasto. Ma è anche chiaro come questa tipologia di vino, spinta dalla domanda, cresca di prezzo già al produttore, con conseguenti ricadute anche sul consumatore finale.

La sfida degli spumanti

Questa forse è una delle ragioni per cui, invece, nel 2013 si prevede una situazione meno positiva per gli spumantisti, che per oltre il 28% prevedono una riduzione delle vendite nel 2013. Sarà quindi una nuova sfida per i ristoratori individuare produttori di bollicine in grado di mantenere allineati i prezzi con gli anni precedenti per andare incontro alla limitata capacità di spesa del pubblico.
Insomma, se da un lato Mediobanca fornisce uno spaccato minuzioso annuale del comparto vinicolo in Italia, dall'altro l'istituto di ricerche economiche Nomisma ha predisposto un nuovo strumento per un controllo quasi quotidiano su tendenze e mercati.

I numeri di Wine Monitor

Il sito ospita  una ricca banca dati sul vino, con “numeri” e report su vendite, prezzi, export, consumi, produzioni e posizionamento competitivo sui mercati internazionali.
Parte dei dati di scenario sono forniti “in chiaro”, ma le analisi di dettaglio sono accessibili solo a pagamento (il costo è di mille euro l'anno). L'analisi che forse interessa di più gli operatori, ovvero l'aggiornamento quadrimestrale sulle abitudini del consumatore italiano, fa infatti parte del pacchetto “premium” a pagamento.
Ciò non toglie che la navigazione del sito consenta comunque di estrapolare tendenze interessanti e aggiornate. Anche su Wine Monitor, per esempio, si registra la tendenza di crescita dei vini definiti “frizzanti” (e quindi spumanti più Lambruschi e altre tipologie di vini mossi), dati in aumento nel 2012 del 4,2% rispetto all'anno precedente, con un totale di oltre 249 mila ettolitri sui 936 mila complessivi di vino venduto in Italia.

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