L’enoturista del nuovo millennio: under 50, fai da te e con una buona capacità di spesa

Un’indagine del Movimento Turismo del Vino traccia l’identikit di un turista che per comportamenti e abitudini è allineato con i trend della domanda internazionale. Anche per il vino, infatti, la prima porta d’accesso è costituita dal web e dall’informazione digitale

Si torna a parlare di enoturismo, considerato uno dei generatori più virtuosi di incoming a valore aggiunto. E a fare il punto è questa volta il Movimento del turismo del Vino, ente non profit che annovera oltre 1.000 fra le più prestigiose cantine d’Italia, che ha recentenente pubblicato i dati della ricerca “Il volto dell’enoturista oggi”: indagine nazionale curata dal Centro Italiano di Studi Superiori sul Turismo di Assisi e condotta su 250 cantine associate all’ente.

Spesa in cantina

Quello che emerge è un “volto” non del tutto scontato, anche se prevedibile. L’enoturista è intanto un soggetto a cui piace la vacanza fai da te: secondo il 66,3% dei produttori, 2 clienti su 3 scelgono il proprio itinerario e la propria visita in cantina in maniera indipendente su Internet, senza affidarsi all’intermediazione di un tour operator.
Fanno eccezione il Sud e le isole, dove c’è un’incidenza maggiore di viaggi organizzati. Anche il mondo del vino non fa dunque eccezione a quello che è un trend generalista con 9 italiani su 10 che, come rileva una ricerca dell’Istituto Piepoli per Hrs, sarebbero pronti a prenotare on line le proprie vacanze.
Un fronte in pieno sviluppo se si pensa anche alla penetrazione dei social network e al potenziale del “mobile”: il 90% degli italiani ha un cellulare, molti dei quali sono smartphone, e il loro utilizzo per operazioni di booking è ancora estrema- mente limitato.

Sito aziendale, strumento efficace
Dunque a fare da traino nella scelta dei visitatori è soprattutto il sito web dell’azienda. Non solo: oltre la metà dei produttori dichiara che il web è anche il mezzo più utilizzato per registrare il cliente e ricontattarlo dopo la visita.
Il 61,3% dei
visitatori è di sesso maschile e ad arrivare nelle cantine sono soprattutto i turisti italiani: il 62% delle presenze (per lo più in coppia o in gruppi di amici) contro il 38% degli stranieri. Ma sono questi ultimi a spendere di più: secondo l’esperienza delle aziende, su una spesa media di 50 euro in cantina (che può arrivare fino ai 100 euro a visita), il turista straniero è nel 65% dei casi molto più propenso a spendere per portare a casa i prodotti del territorio che ha visitato.
A questa cifra vanno poi aggiunti i costi per il pernottamento e le altre attività, per arrivare a una spesa media procapite giornaliera di 193 euro. Dato che supera notevolmente la spesa media nazionale.
Una nota, che interessa non soli i produttori ma tutto il tessuto economico che “vive” intorno (ristoranti compresi), è che l’enoturismo alimenta flussi turistici piuttosto destagionalizzati.
In termini assoluti, a sorpresa, il mese preferito dagli enoturisti è maggio (per il 38% degli intervistati), seguito da agosto (15%), settembre (13,5%), luglio (11,1%) e giugno (7,9%).
I residenti o chi abita nelle località limitrofe preferiscono i mesi primaverili e invernali; ad arrivare in cantina in autunno sono gli escursionisti giornalieri mentre la primavera è una stagione per tutti i gusti.
A scegliere i mesi estivi invece sono soprattutto i turisti che pernottano nei dintorni e che alla vacanza abbinano la
visita in cantina: rappresentano tra il 50% e il 75% delle presenze estive per il 47% dei produttori.

Cultura, eventi e sport

Contrariamente ai luoghi comuni, la cantina non è solo una meta da week end (45%): le visite sono spalmate anche nei giorni feriali (55%).
Si conferma inoltre il binomio vincente turismo-vino.
La vacanza enoturistica è spesso abbinata alla visita giornaliera dei luoghi circostanti, a riprova che, al di là del focus sul vino, esiste un importante segmento di pubblico che intercetta un’offerta integrata (cultura, eventi, sport) dei territori. Probabilmente contando su una migliore integrazione con altre tipologie turistiche (affari, wellnesss, culturale ecc.), l’enoturismo potrebbe mettere in campo tutta la sua “forza” e giocare un ruolo di volano economico per molte destinazioni.

Tra le attività clou, la degustazione di vini e l’assaggio di tipicità

Per il 90% dei produttori l’attività prediletta dalla stragrande maggioranza dei visitatori
è la degustazione dei vini, alla quale si abbina spesso la visita guidata all’azienda e in cantina (81%).
Anche la visita ai vigneti e l’assaggio di prodotti del territorio rappresentano un richiamo molto efficace per oltre la metà del campione. Meno gettonate sembrano essere le cene a tema, (cui aderiscono pochissimi visitatori secondo il 43,7% degli intervistati) e altre attività come corsi e incontri con esperti.
E il ruolo dei grandi eventi nell’attrarre turismo? La risposta è scontata visto che si parla di Cantine Aperte, l’evento sul vino per definizione organizzato dal Movimento Turismo del Vino e a cui partecipa la totalità degli intervistati.
La manifestazione, che l’anno scorso ha visto la partecipazione di un milione di turisti per oltre 900 cantine aperte in tutta Italia, è per l’86,9% degli intervistati in grado di attrarre una percentuale “alta” e “molto alta” di visitatori. A seguire Calici di Stelle (29,7%) e San Martino in Cantina (17,15%).

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