Rinegoziare l’affitto: un’opzione possibile, ma non scontatata

Per cercare di contrastare i danni economici derivanti dalla chiusura forzata dell'esercizio c'è anche la possibilità per l'affittuario dell'immobile (in questo caso dello spazio fisico dove viene esercitata l'attività ristorativa) di chiedere al locatore delle "mura" una sospensione o una riduzione del canone di affitto.

Un modulo da scaricare

Fipe, a questo indirizzo, mette a disposizione, di associati e non, un modulo da scaricare e compilare nelle parti mancanti e da consegnare al proprio locatore con la richiesta, appunto, di una rinegoziazione del contratto. Tale rinegoziazione potrà valere per tutta la durata del precedente contratto oppure essere temporeanea e stabilita congiuntamente tra affittuario e locatore.

Trattativa

Ricordiamo però che al di là dei vari riferimenti normativi contenuti nel modulo, il locatore non ha alcun obbligo di accogliere le richieste dell'affittuario e soprattutto che l'affittuario non può e non deve pensare che la consegna del modulo e la richiesta di variazione del contratto lo autorizzi alla sospensione dei pagamenti. Purtroppo è il ristoratore che, in questo caso, deve chiedere al locatore uno sconto o un accordo diverso da quanto precedentemente stabilito e che sta a quest'ultimo la decisione se concedere o meno variazioni al contratto in essere. Anche la Fipe scrive: "La lettera, pur corredata da tutti i principali riferimenti normativi, è stata ideata, anche nella forma, come primo tentativo per gestire “in bonis” il rapporto con il locatore, preferendo mantenere il rapporto tra i firmatari contrattuali e dando alla missiva una dimensione di condivisione fra le parti della problematica, con la convinzione che sia obiettivo comune non risolvere il contratto, ma addivenire ad una nuova negoziazione dei suoi termini economici, al fine di superare insieme il gravissimo periodo di crisi".

 

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