Due locali in uno: i vantaggi dei format ibridi per i ristoranti

Un locale che integra altre attività può produrre ricavi del 15% superiori alla somma di quelli dei singoli business

Un locale che integra altre attività può produrre ricavi del 15% superiori alla somma di quelli dei singoli business

Solo dieci anni fa parlare di auto ibride era inconcepibile: oggi, è una formula che sta conquistando quote di mercato. La duplice funzionalità sta esplodendo anche nel settore della ristorazione: se in Italia è ancora in una fase pionieristica, all’estero può già dirsi standardizzato. Ma serve fare chiarezza su cosa si intende per “formato ibrido”: il punto di partenza è il concetto di “economia collaborativa”, che aiuta vari tipi di business a crescere a fianco della ristorazione, utilizzando segmenti inattivi e introducendo nuovi modelli di business.

In sostanza, non un locale che “cambia pelle” ma che presenta “più opzioni”. È interessante comprendere quali siano i motivi, anche sociologici, che creano interesse attorno alle formule di ristorazione ibrida:
mancanza di tempo: sempre più assillati dal tempo mancante, quando si fa qualcosa (in questo caso pranzare o cenare) si cerca di fare altro, per completare la lista delle incombenze della giornata;
concentrazione delle esperienze: insieme a quella enogastronomica, in questi luoghi si trovano concentrate suggestioni che, in caso contrario, sarebbero “distribuite” in vari negozi, location, ambienti;
luogo conosciuto: sapere che vi è un luogo fidato dove poter fare più cose rappresenta, sempre di più, una sicurezza per molte persone.

Ecco allora che, in rispondenza a queste esigenze, nascono nuovi ristoranti flessibili, anche negli orari. Infatti, uno degli elementi che identifica “l’essere ibrido” di un ristorante è la massima flessibilità negli orari: se volete entrare in questa schiera di nuovi locali dimenticatevi il classico orario pranzo e cena. In sostanza, se l’apertura può essere alle 12, poi però si prosegue sino a tarda serata. Volete saperne di più? Eccovi alcuni esempi di formati di ristorazione ibrida.
Food restaurant&shop: una delle formule più semplici è quella dei ristoranti con food shop: questi locali si rivolgono ad ospiti che possono fermarsi al ristorante, acquistare prodotti, acquistare confezioni regalo, libri di cucina, video e attrezzatura da cucina.
Garden restaurant: all’interno di un giardino si sviluppa il ristorante; durante il pranzo offre solo piatti vegani ed insalate, mentre la sera il ristorante si personalizza con candele e menu sempre diversi;
Butcher restaurant: una macelleria con un menu a base di carni dal mondo. Selezioni uniche, da provare a pranzo o cena; negli altri orari, la macelleria vive come tale;
Caffè & restaurant office: è un po’ bar e un po’ ristorante, ma soprattutto offre spazi di lavoro per chi desidera lavorare mangiando o facendo colazione. Si potrebbe definire un food-working.

Se intendete intraprendere questa strada, oltre agli orari particolari, per avere successo è d’obbligo seguire alcune indicazioni di marketing:
1. linearità tra l’offerta ristorativa e quella integrata: se siete un garden restaurant, il menu dovrà comprendere anche fiori edibili;
2. opzioni pomeridiane come merende, teatime ecc. a disposizione dei clienti che desiderano acquistare “altro”, ma che possono usufruire anche del servizio di ristorazione, in formula semplificata.
3. suggestioni: la vostra idea vale tanto più quanto più stimola emozioni.

Se un ristorante ibrido è ben progettato, i benefici possono risultare mediamente del 15% superiori alla somma delle sue “due parti” di servizio, se vivessero a sé stanti come due attività separate.

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