Il proodotto tipico dell’Alto Adige, lievemente affumicato, sta vivendo una nuova giovinezza grazie a ricette creative e a nuove sinergie con i prodotti tipici della regione
Tra i tesori del nostro patrimonio alimentare figura senza dubbio lo Speck Alto Adige Igp, il cui Consorzio di tutela è, tra l’altro, partner di un’importante campagna informativa dell’Unione Europea sul significato dei marchi di qualità Igp e Doc.
Una specialità che punta sempre di più a farsi conoscere fuori dai confini nazionali e mira a rivestire un ruolo di primo piano anche nelle cucine dei ristoranti.
«Guardiamo con molto interesse a chef e ristoratori - spiega Michael Desaler, manager del Consorzio tutela Speck Alto Adige - che apprezzano il nostro prodotto per le sue qualità nutrizionali e per essere un ingrediente ricco di gusto che dà personalità a piatti e ricette. Non è un caso che tra i contenuti più letti del sito web del consorzio ci siano le ricette. Evidentemente esiste una voglia diffusa di saperne di più sullo speck e sui suoi utilizzi gastronomici».
In crescita i consumi extra Europa di speck
Nei primi 5 mesi del 2012 la produzione di Speck Alto Adige Igp ha superato di poco il milione di baffe e sempre più rilevante risulta la quota dell’export pari a circa il 34% (primo mercato è la Germania, ma crescono le piazze extra-europee).
La grande distribuzione fa la parte del leone, assorbendo il 65% della produzione, mentre la quota horeca non supera il 5%.
A livello promozionale, dopo il test positivo lo scorso marzo delle giornate di degustazione organizzate in alcuni super Esselunga e Gigante, si sta pensando a sinergie con chef locali e con i prodotti tipici delle filiere altoatesine come mele, vini e pani tradizionali.