La palma d’oro spetta alla premiata ditta Berton-Fiorin-Vudafieri e Rigatti, che in tempi non sospetti, nel 2013, ha ideato l’iconico format Dry: pizze e focacce gourmand da abbinare ai cocktail. Oggi sono due i punti vendita a Milano. L’ultimo in ordine temporale è invece, Giolina, dei giovani imprenditori Ilaria Puddu e Stefano Saturnino. In sette anni insieme hanno aperto 35 locali e 7 brand, tra cui Marghe, Pizzium e Gelsomina per citare l’apertura più recente prima di Giolina, dove hanno affidato la drink list a Flavio Angiolillo, patron e bar manager di locali cult della Milano da bere.
E dalla pizza il food pairing dilaga ormai ovunque. Il concetto si basa sull’associazione di due o più alimenti a seconda del loro composto molecolare, nonché aromatico. Negli ultimi anni, però, il food pairing si è evoluto ed è passato dall’abbinamento fra due cibi, alla sincronia perfetta tra cibo e cocktail, diventando materia particolarmente apprezzata dai bartender e dagli chef. Numeri alla mano, il 10% dei ristoranti propone il food pairing, soprattutto con primi e secondi, più raramente con i dolci. E se oltre l’80% propone in abbinamento il vino, ben il 27% affianca un cocktail (dati TradeLab).
Nelle pagine del numero di agosto settembre di Ristoranti raccontiamo le principali direzioni di lavoro in materia di abbinamento (compresi i matrimoni migliori per i cocktail classici). Non senza invitarvi a usare sempre il buonsenso e la cautela. Perché le trappole del food pairing possono essere pericolose.