Poteva un paese del vino del livello di Offida rinunciare ad avere un locale d’alta cucina? Questo delizioso borgo medievale vicino Ascoli Piceno è noto per i merletti al tombolo, per il vino bianco Pecorino di Offida Docg e per essere stato in tempi non sospetti, in anticipo sulle mode, una frontiera italiana della viticoltura biologica. Da qualche anno, però, l’altra attrazione di Offida è la buona cucina di Daniele Citeroni Maurizi, chef 40enne che nel suo paese adottivo, poggiato tra vigne e colline, coltiva un sogno professionale: fare una ristorazione di livello. Muovendosi tra modernità e tradizione, sperimentazione e territorio, Citeroni sta lavorando da diversi anni per fare di Offida anche una destinazione gourmet. Non che in paese manchino le specialità della tavola, come i fritti misti all’ascolana, con le classiche olive ripiene e i cremini, oppure i funghetti di Offida (dolci secchi all’anisetta). Mancava piuttosto un locale di rivisitazione e sperimentazione, uno spazio che lo chef ha lentamente occupato a partire dal 2000, data di apertura di Osteria Ophis, in realtà un ristorante ben curato, la sala con volte in mattoncini, marmo e oggetti vintage, una saletta più intima e il cortile con le pareti a calce. E ovviamente con una proposta gastronomica di tutto rispetto, che danza su tre menu, anzi quattro; quest’ultimo per gli Under 25.
I tre menu degustazione sono: di rivisitazione e sperimentazione, chiamato Tradizione Moderna, 5 portate a 35 €; il tradizionale Degustando Offida, di 5 portate a 30 €; e il 18 anni con Noi, di 7 portate per 40 € con i classici dell’uno e dell’altro menu, che hanno accompagnato il percorso dello chef e la notorietà del locale. I maccheroncini al sugo tradizionale con pecorino dei monti Sibillini appartengono ovviamente alla prima categoria: sono dei “tagliolini” all’uovo fatti in casa con sugo di rigaglie di pollo, muscoli di manzo, nervetti, etc. Per rimanere sul territorio c’è anche il coniglio in salmì, con salsa a base di capperi, alici, tonno, prezzemolo e peperoni sottaceto, altro delicato piatto delle feste.
Nel menu di sperimentazione troviamo invece antipasti come Il pancotto che diventa tombolo: partendo dalla ricetta antica del pancotto e continuando la cottura è trasformato in una crocchetta che su un “trespolo” si trasforma in tombolo, il “cuscino” usato dalle donne di Offida per fare pizzi e merletti. Oppure la trippa marchigiana riconvertita in salume o la salsa in salmì liofilizzata; tra i dolci, compare la felice rivisitazione del Funghetto di Offida, un dolcetto secco a forma di fungo che Citeroni ha reinterpretato in veste di meringa, ripiena di crema di anice verde e croccante di meringa. Quanto alla carta dei vini, c’è una selezione che valorizza bene il territorio (110 etichette, di cui 75 marchigiane), attenta al vino biologico e alle piccole cantine. E con ricarichi onesti del 50% per far ruotare la scorta, il che non guasta mai. Un aiuto arriva anche dall’offerta al calice di 5-6 etichette che cambiano frequentemente (3,50 € a bicchiere). Ma a soddisfare la sete ci pensa pure una selezione di birre artigianali del Piceno.