In principio erano gli Ayce (all you can eat) versione 1.0. In questa "versione" il buffet dominava la scena, il cliente si serviva da solo, il prezzo era incredibilmente basso e la qualità di quanto messo a disposizione del cliente seguiva il prezzo: bassa, spesso bassissima. L'introduzione di un punto cottura (griglia, wok o simili) rappresentò una prima evoluzione, ma non sufficiente per poter parlare di cambio di marcia. Serviva come attrazione, ma i difetti di questa prima "versione" rimanevano. Oggi sono quasi spariti e sinceramente non se ne sente la mancanza.
Poi arrivarono gli Ayce 2.0 e l'evoluzione fu sostanziale. Per prima cosa, addio al buffet. Il cliente poteva ordinare cosa e quanto desiderato, ma solo un tanto alla volta. L'ordine veniva fatto al cameriere che passava la comanda in cucina, dalla quale uscivano i piatti richiesti, spesso preparati al momento. Un modo per ridurre gli avanzi di cibi (già cotti) a fine serata e per offrire un po' più di qualità al cliente. Prezzi sostanzialmente invariati, ma risparmio - lato gestione - dovuto a molti meno sprechi (tanto che al cliente che ordinava e non consumava potevano venire applicate delle penali). La qualità andava dal discreto al più che discreto, non fosse altro che per il fatto che le portate venivano preparate al momento e non sostavano per ore nei vassoi del buffet.
La nuova generazione di Ayce
Oggi pare essere finalmente entrati nella terza generazione degli Ayce. Quella che mette d'accordo portafoglio e palato. Accade al Reiwa (in via Rutilia 16 a Milano - zona via Ripamonti), nuovo indirizzo che rappresenta una svolta per questa tipologia di ristorazione e che farà la felicità degli amanti della cucina fusion e, in generale, di quella asiatica.
Frutto della volontà e della dedizione di Francesco e Sofia Zhou, giovani, ma certo non nuovi nel settore della ristorazione, il Reiwa - che ha aperto a metà giugno di quest'anno - si basa sulla formula classica: il cliente paga un fisso (più coperto, bevande ed eventuali dolci) e mangia quanto e cosa desidera. La qualità della proposta però rappresenta la vera grande novità.
La cucina
La cucina gioca tra piatti fusion e quelli di diverse culture gastronomiche asiatiche. E se a farla da padrone sono sushi, sashimi, temaki, gunkan e gli ormai immancabili poké, non meno interessante (qualitativamente parlando) è la proposta di piatti cinesi, thailandesi, vietnamiti e quelli più puramente di fantasia o fusion. Involtini viet, ravioli (fatti in casa, di eccellente fattura e freschezza), ma anche pollo fritto, pancetta o anatra alla pechinese (piatto che dovrebbe essere sempre presente in menu).
Le 167 proposte complessive (che non devono spaventare i fautori del menu breve: con certe cucine si possono gestire bene) sono ben presentate in un menu fotografico che racconta visivamente molti dei piatti offerti. E se non bastasse , Francesco Zhou (figlio dei gestori di uno storico ristorante cinese di Milano, quel Jubin 2 che trova in via Padova 7 la sua ormai storica sede, e con esperienze in vari locali tra cui Tokuyoshi) sa come consigliare un percorso tra i vari sapori.
Saranno famosi
Tra i punti di forza del Reiwa l'Omakase royal (piatto di crudi - pesci, molluschi e crostacei - di grande varietà e ineccepibile qualità), i ravioli (sei proposte dalla pasta morbida e dai ripieni molto ben eseguiti), i "coni" (divertenti mini portate ricche di sapore) e i bigné (piccoli bocconcini di pesci e altro serviti su cucchiaini monoporzione). Nota di merito per alcuni nigiri, tra cui spiccano quelli alla mozzarella (e qui possiamo davvero parlare di cucina fusion) o quelli al tartufo (tartufo nero, non olio ovviamente).
Anche l'occhio...
Anche l'occhio vuole la sua parte? E allora ecco una curatissima presentazione delle portate che nascono da una bella varietà di eleganti ceramiche e proseguono con originalissime (e ottime) salse e brodi, oppure con fiori e germogli nobili che impreziosiscono le portate.
Non meno piacevoli sono le sale, nelle quali l'elettronica gioca un ruolo importante. Come per esempio nell'acquario interattivo: un proiettore riempie una parete di piccoli e grandi pesci che nuotano indisturbati, fino a quando qualche avventore decide di avvicinarsi e giocarci insieme, naturalmente in modo virtuale, con un semplice tocco delle mani.
Infine i prezzi. Partono dai 16,80 € per il menu di mezzogiorno (da lunedì a venerdì), salgono a 20,80 per il pranzo del sabato e della domenica, e arrivano a 28,80 € (più 2 di coperto) la sera. A questi vanno aggiunti bevande (interessante la proposta enologica) e l'eventuale dessert. Euro ben spesi.