Belen debutta nella ristorazione e riapre il Ricci di Milano in coppia con Joe Bastianich

 

Frontiere sempre più colabrodo tra tv e ristorazione. Per tanti cuochi che diventano personaggi televisivi, c’è una tv-star come Belen Rodriguez che rileva il Ricci, ristorante storico di Milano, e lo riapre con la formula di locale multifunzionale dove si inseguono “brunch, lunch, aperitif, lunch, dinner, after dinner." L’inglese non è un vezzo di chi scrive ma della stessa Belen, autrice di un menu interamente vergato in questa lingua con i sottotitoli in italiano, come se il Ricci fosse nel Queens anziché in piazza della Repubblica. Ma è probabile che l’idea sia stata del socio italo-americano Joe Bastianich. È stato lui assieme a Simona Miele, titolare del Petit Bistrot di Milano, a traghettare la show girl dal mondo dei riflettori a quello dei fornelli.
In Bastianich, l’ibridazione tra schermo e soffritto è già compiuta da tempo: giudice storico di “Masterchef Italia” e ancora prima di "Masterchef Usa", si muove davanti alle telecamere con la disinvoltura di un salmone nella corrente; allo stesso tempo, porta un cognome che negli Stati Uniti è sinonimo di ristorazione di successo.

In un momento come questo, con l’immagine che conta almeno quanto la sostanza, il nuovo Ricci parte alla grande, con una Belen inaspettatamente credibile nel ruolo di ostessa di lusso. È vero che è un’icona sexy, ma è anche vero che non è distante né tantomeno antipatica come potrebbe. Al contrario, è familiare, autoironica, caciarona, incline alle uscite ingenue, facile alla gaffe e soffusa di un'eleganza borderline in bilico sul crinale del popolano. E poi ha un fisico florido, è mamma affettuosa, sorella affezionata, figlia devota. Tutte qualità che col cibo stanno proprio bene. Forse legano meno con il locale di lusso che forse la nostra diva aveva in mente.

C’è da dire che neppure Bastianich è un damerino da “salotto buono della città”: parolaccia facile, insulto a corto circuito (vabbè, forse da copione, ma sempre turpiloquio è)  e jeans strappati sono  sua la cifra identitaria.
Viene da pensare che forse siano proprio questi i veri salotti buoni urbani contemporanei. Dove non sono visti male i selfie scattati a raffica, le patatine fritte da mangiare con le mani e persino un inaudito e una volta  imperdonabile petto di pollo grigliato con pomodorini e (addirittura) rucola.

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