Bianco o rosso? Meglio guardare alla sostanza. Il progetto Dwnl

Drink wines, not labels: è il progetto produttivo langarolo di Alessandro Salvano che punta tutto sulla qualità e sulla personalità dei suoi vini. A prescindere dal vicino Barolo

“Drink wines, not labels”. Tradotto: «Dwnl, cioè comprendi, assaggia e valuta il vino per quello che è e non guardare troppo al nome, al produttore o alla marca». Nasce da questo presupposto il progetto Dwnl, acronimo di Drink wines, not labels, avviato nel 2019 da Alessandro Salvano, 27 anni, nato e cresciuto in una famiglia che produce vino da tre generazioni. 

Fuori zona, nuova rotta

Siamo nelle Langhe, qualche metro fuori dai confini del Barolo. E l’idea del progetto scaturisce proprio dall’impossibilità per la famiglia di Alessandro di marchiare i propri prodotti con la Docg. Un “problema” che Alessandro ha deciso di trasformare in opportunità approcciando il mondo del vino in maniera non convenzionale.   

Ecco così i tre vini Dwnl (più un quarto in arrivo): Langhe Nebbiolo, Langhe Rosso Dolcetto e Langhe Chardonnay e, ancora non sul mercato, l’Outside.

Le tre etichette compongono una gamma che attualmente dà vita a circa 6.000 bottiglie, ma che nei progetti di Salvano arriveranno presto a 50mila. Tratti in comune per i tre vini sono la loro origine, le Langhe appunto, la coltivazione, che avviene nel rispetto dell’ambiente, quindi senza l'utilizzo di diserbanti e concimi chimici, e uno stile di vinificazione ispirato alla Borgogna: grappolo intero, lieviti indigeni, nessuna chiarifica o filtrazione e basse quantità di solfiti. Il tutto per creare bianchi e rossi dalla grande bevibilità, molto personali e ideali per un mercato dinamico e competitivo. 

I vini

Le caratteristiche? Il Langhe Nebbiolo è un rosso che racconta il vitigno da cui nasce. Giocato sulla freschezza ha sentori floreali e fruttati, risvolti vegetali e un sottofondo terroso. La bocca guarda alla dolcezza del frutto e il tannino succoso, in equilibrio con la fresca acidità, crea un sorso di grande bevibilità.

Il Dolcetto offre un naso floreale e fresco, ricco di richiami vegetali, piacevole alla beva, con un leggero ma percepibile tannino. Infine il Langhe Chardonnay, nel quale la vinificazione con il 100% del grappolo esalta tutte le caratteristiche del vitigno. Elegante, e capace di discostarsi dall’idea degli aromi e dei profumi che caratterizzano normalmente lo Chardonnay ha bella sapidità e sentori di tè verde e note agrumate di lime, pompelmo, ananas e una bella vena minerale.

Infine l’Outside, rosso prodotto secondo il disciplinare del Barolo che sarà disponibile da marzo 2023. 

Elemento Indigeno

Giusto sottolineare che Dwnl si inserisce in Elemento Indigeno, il progetto di ricerca e selezione di Compagnia dei Caraibi dedicato ai vini internazionali e alle etichette di piccoli produttori che danno vita a vini unici e personali.

A oggi Elemento Indigeno seleziona e distribuisce oltre 330 referenze provenienti da 65 regioni enologiche di 27 Paesi per 74 produttori. Quasi un vero e proprio diario di viaggio enologico intorno al mondo.

 

L'intervista con Alessandro Salvano

 Ci racconta la filosofia di Dwnl?

La filosofia e il messaggio che vogliamo trasmettere è semplice. Noi chiediamo a chi assaggia un vino di giudicare il vino per quello che è, senza guardare la marca o il nome del produttore o la zona di produzione. Da qui, la scelta di presentarci sul mercato con tre prodotti che hanno etichette frontali completamente bianche, così da non influenzare il giudizio di chi assaggia, va in questo senso. 

Il messaggio viene recepito? 

Direi di sì visto che la produzione, in questi primi anni, viene venduta quasi completamente a poche ore dalla presentazione. Segno che chi assaggia i nostri vini li capisce e li acquista. Il primo nato tra i vini Dwnl è stato il Nebbiolo nel 2019 che si differenzia dal Barolo classico per l’assenza di affinamento in legno. Il risultato? 1.100 bottiglie prodotte e terminate in 10 giorni. L’anno successivo ho presentato Dolcetto e Chardonnay, con esiti di vendita (e di gradimento) pari a quelli del Nebbiolo. 

Outside vuole diventare la vostra etichetta bandiera. Ci spiega il perché?

Le uve di Nebbiolo che danno vita a Outside crescono pochi metri fuori dall’area del Barolo Docg. Una zona tracciata dal consorzio 40 anni fa. La nostra consapevolezza è però sempre stata quella che pochi metri di differenza non possono modificare le qualità e le caratteristiche di un vino. Ecco perché l’Outside, prodotto secondo il disciplinare del Barolo, andrà a rappresentare al meglio la nostra filosofia dimostrando che i fattori che rendono un vino di qualità non hanno nulla a che fare con una linea geografica tracciata decenni anni fa e che oggi, con un mondo del vino diverso da allora, forse non hanno più senso.

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