Turismo enogastronomico: vince la tipicità

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Roberta Garibaldi, curatrice del quarto  Rapporto sul Turismo Enogastronomico Italiano 2021, racconta scelte e preferenze dei turisti verso la ristorazione

È stato presentato,  presso il Senato della Repubblica, il quarto  Rapporto Sul Turismo Enogastronomico Italiano 2021 curato da Roberta Garibaldi.

Alla presentazione dell'importante documento (specialmente per il settore della ristorazione), sono intervenuti il Ministro del Turismo Massimo Garavaglia, il Sottosegretario alle Politiche agricole alimentari e forestali Gian Marco Centinaio, il direttore Europa di Unwto, Alessandra Priante e il Presidente dell’Enit Giorgio Palmucci.

Turisti enogastronomici più numerosi e consapevoli

ll primo importante dato a emergere dal rapporto è che, malgrado le enormi restrizioni dovute alla pandemia, i turisti enogastronomici sono sempre di più. Inoltre appaiono sempre più consapevoli, attivi, esigenti, innovativi e attenti ai temi della sicurezza e della sostenibilità. La “maturità” acquisita pone i viaggiatori del gusto al centro di uno scenario di sviluppo più equilibrato dei territori e ne fa le “sentinelle” di un turismo virtuoso, che contribuisce alla tutela delle risorse locali e del paesaggio, che destagionalizza e crea nuovi equilibri tra urbano e rurale. (Leggi qui l'articolo Turismo enogastronomico, miniera d’oro ancora da valorizzare)

La crescita è costante 

Se nel 2016 soltanto il 21% degli intervistati aveva svolto almeno un viaggio con principale motivazione legata a quest’ambito nei tre anni precedenti, per poi salire al 30% del 2018 e al 45% del 2019, con l’analisi 2021 la percentuale è cresciuta fino al 55%. L’impatto della crisi innescata dal Covid pesa sul numero di esperienze fruite che diminuiscono in media del 27% rispetto 2019 e sul potere di spesa (il 31% afferma di aver destinato un budget inferiore rispetto al 2019, mentre il 27% dispone di maggiori risorse).Se la pandemia ha frenato la possibilità di vivere esperienze, la globalità dei dati ci mostra una crescente attenzione al tema enogastronomico e anche un nuovo profilo del turista.

La nostra intervista a Roberta Garibaldi

D. In quale posizione si collocano i ristoranti in un'ipotetica classifica delle mete del turismo enogastronomico?  (Quindi cantine, hotel dedicati, agriturismi, ecc). 

R. Fra le esperienze enogastronomiche svolte dai turisti italiani, il mangiare piatti tipici del luogo in un ristorante locale si conferma anche quest’anno la più popolare e apprezzata. Grande interesse hanno suscitato i bar e ristoranti storici e il comprare cibo da un food truck, che sono in seconda e terza posizione tra le esperienze più fruite.Al quinto posto troviamo il recarsi in ristoranti etnici per gustare piatti della cucina di tutto il mondo, mentre al settimo i ristoranti gourmet (dati 2021, Rapporto sul Turismo Enogastronomico Italiano).

D. Quali categorie di ristoranti sono maggiormente meta di turismo enogastronomico, media o alta?

R. Quasi la metà dei turisti mondiali hanno mangiato in un ristorante gourmet (45%) hanno anche acquistato cibo presso un food truck. Analogamente, quasi la metà di coloro che hanno acquistato cibo presso un food truck hanno anche mangiato in un ristorante gourmet (dati 2020, Rapporto sul Turismo Enogastronomico Italiano-Food Travel Monitor). Ciò indica come i turisti non mostrano pattern univoci, ma comportamenti eclettici, improntati alla ricerca della varietà.

D. Sappiamo che siti e app di recensioni sono determinanti nella scelta delle mete.  Com'è, in media, il giudizio sui ristoranti italiani? 

R. Le pagine relative all’offerta ristorativa sono le più visitate dagli utenti, rappresentando circa il 67% del totale nel periodo gennaio-settembre 2019. Le pagine sui ristoranti sono consultate sia da residenti che da turisti. Britannici, tedeschi, francesi e statunitensi i principali visualizzatori.

Gli utenti hanno assegnato un giudizio più basso a questa offerta rispetto alle attrazioni e all’alloggio, indicando un tendenziale minore apprezzamento. Tale evidenza è confermata anche allargando lo sguardo al panorama europeo.  Con un punteggio medio di 4,09 su un totale di 5 per il periodo gennaio-settembre 2019, l’offerta ristorativa italiana si posiziona ad un livello inferiore rispetto a Regno Unito, Svizzera, Austria – i cui ristoranti hanno ottenuto un punteggio medio rispettivamente pari a 4,16, 4,14, 4,11 e 4,11. Solo Francia e Germania hanno ricevuto voti più bassi (rispettivamente 4,07 e 4,02) (dati 2019, TripAdvisor per Rapporto sul Turismo Enogastronomico Italiano).
Nonostante la notorietà della cucina del Belpaese, un tale risultato fa riflettere e potrebbe essere legato alle maggiori aspettative della clientela che si reca in uno dei ristoranti presenti sul territorio nazionale o ad attese differenti.

 

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