Cantine Buonanno: la cultura del vino tra tradizione e innovazione

Cantine Buonanno
Grandi rossi, bianchi e spumanti compongono l’offerta della cantina tutta “al femminile” che sorge nel cuore dell’Irpinia. Una realtà dalle radici saldamente piantate nel territorio e nella sua tradizione vitivinicola, ma proiettata al futuro, per proporre esperienze del vino avveniristiche

Radici ben piantate nella tradizione, ma sguardo sempre rivolto al futuro. La prima rappresentata dal profondo legame con un territorio, quello dell’Irpinia, e con la sua prestigiosa tradizione vitivinicola. E il secondo da una forte propensione all’innovazione, che ne ha fatto una delle prime realtà a proporre un’esperienza virtuale del vino attraverso l’impiego delle tecnologie digitali più all’avanguardia. È su queste basi che Cantine Buonanno, azienda vitivinicola a conduzione familiare, ha costruito il suo percorso che l’ha portata ad affermarsi come una delle realtà più apprezzate nel panorama nazionale, tanto da essere annoverata tra le 100 Eccellenze Italiane 2022 di Forbes Italia, la lista che rende omaggio alle realtà del food&beverage che rappresentano delle eccellenze della Penisola.

Fondata a Venticano, nel cuore dell’Irpinia, Cantine Buonanno vanta un management tutto al femminile. A guidarla sono Francesca e Marica Buonanno, che hanno raccolto l’eredità e, soprattutto, la passione per il vino di Francesco Buonanno, capostipite della famiglia e dal quale tutto è partito. Con Francesca che, nello specifico, segue e supervisiona tutta la parte produttiva e Marica che si occupa del canale distributivo, del rapporto con i clienti e delle attività di pr ed eventi. Due giovani imprenditrici con una visione molto chiara della loro missione e degli obiettivi che vogliono raggiungere. «Essere un’impresa “al femminile” è motivo di grande orgoglio e rappresenta anche una significativa responsabilità, poiché nutriamo una profonda fiducia nella nostra capacità di affermarci sempre di più nel contesto imprenditoriale - raccontano le co-proprietarie -. L'obiettivo è di consolidare la posizione dell’azienda come un'eccellenza nel mercato, mantenendo tuttavia un profilo esclusivo e di nicchia. Per noi, la qualità è un valore irrinunciabile, è alla base della filosofia produttiva ed è ciò che ci ha permesso di emergere nel settore. Così come un altro punta di forza è il carattere familiare della nostra impresa».

I grandi rossi

E tutta votata all’alta qualità è la produzione della cantina, che utilizza solo uve dei vigneti di proprietà, circa 36 ettari divisi in 20 particelle, nel rispetto delle tradizioni, tutte le attività in vigna sono svolte manualmente da esperti vignaioli, e del territorio. Un territorio sin dall’antichità noto per le produzioni vinicole di grande pregio, raggruppate in quattro grandi denominazioni autoctone: Taurasi, Irpinia Aglianico, Greco di Tufo e Fiano di Avellino.

La proposta dell’azienda spazia dai grandi rossi ai bianchi agli spumanti. Tra i primi troviamo il Ventisali, un Irpinia Aglianico Doc, vincitore di diversi premi, caratterizzato da profumi fruttati, con sentori di frutti di bosco e ciliegia accompagnati da toni speziati, e dotato di una lunga persistenza aromatica sostenuta da tannini robusti ma molto morbidi. Altro prodotto di punta è il Taurasi Docg Taros, un vino che si presenta al naso con sentori di piccoli frutti, spezie e note floreali che creano un bouquet aromatico di grande intensità, completato al palato da tannini saporiti e profondi e da una texture vellutata: un vino che con la sua ricchezza ed eleganza incarna la qualità e l’attenzione ai dettagli della cantina.

Eleganza in bianco

Di grande eleganza anche la proposta di bianchi. La compongono il Greco di Tufo Docg Gioris, ricco e complesso, dal gusto pieno e intenso e dai sentori che evocano la pesca, la frutta gialla estiva, il miele e la frutta secca con leggere venature sulfuree. Martes, un Fiano di Avellino Docg, dal bouquet dai delicati sentori di mela, che si chiude su note floreali e di nocciola, e che si caratterizza al palato per una piacevole sensazione amara che ne fa una vera espressione del territorio. E la Irpinia falanghina Doc Falange, dai sentori floreali e fruttati, equilibrato in bocca, sapido e minerale, con una chiusura tipicamente ammandorlata e molto acida.

Le bollicine irpine

Una proposta che di recente si è ampliata al mondo delle bollicine, una svolta partita dalle esperienze personali delle due Buonanno. «Oltre all’azienda, condividiamo anche la data di nascita e nel giorno del compleanno sentivamo la mancanza di una bottiglia di spumante firmata Cantine Buonanno per brindare insieme alla famiglia – raccontano -. Da qui l’idea di dare vita a questo progetto, sempre utilizzando le nostre materie prime, nello specifico 100% uve Falanghina».

Così nel 2021 è nato Lo Spumante, un extra dry, realizzato con metodo Charmat, molto fresco e, insieme, complesso e caratterizzato da eleganti note agrumate e floreali. Seguito, l’anno successivo, da Brut, dalle raffinate note fruttate di pesca, albicocca, che si fondono con un finale leggermente amaro che ricorda la mandorla. «Due prodotti che abbiamo portato sul mercato nel corso dell’ultimo anno e che stanno ottenendo un'accoglienza molto positiva sia da parte dei ristoranti sia dei consumatori», commentano.

Una wine experience immersiva

Ma se le fondamenta di Cantine Buonanno affondano saldamente nel territorio e nella tradizione, non meno forte è la sua proiezione verso il futuro. «Innovazione e tradizione si fondono in modo sinergico nella nostra azienda, grazie ai considerevoli investimenti dedicati negli ultimi anni nella digitalizzazione – raccontano le co-proprietarie -. Un impegno che ci vede tra i pionieri nel settore nell’uso delle tecnologie più avanzate per proporre esperienze del vino avveniristiche».

Un esempio è il progetto MetaWine, con la quale l’azienda ha partecipato all’ultima Milano Design Week: una delle prime installazioni al mondo di ologrammi sul vino. Per tutta la durata della manifestazione, una teca di vetro, esposta nel cuore del distretto del design milanese, ha infatti proiettato l’ologramma della bottiglia di Lo Spumante, permettendo ai visitatori di vivere una suggestiva esperienza immersiva e interattiva.  Inoltre, grazie alla collaborazione con il ristorante N'ata, i visitatori hanno potuto anche provare il prodotto. «L’iniziativa ha generato un notevole interesse e coinvolgimento da parte del pubblico – raccontano le Buonanno -.  Siamo entusiasti di aver avuto l'opportunità di realizzare questa collaborazione di successo e auspichiamo di poter promuovere iniziative simili con ristoranti di tutto il territorio italiano, in modo da ampliare la nostra presenza e consolidare le nostre relazioni con questo settore per noi importante».

Ma non solo. Altrettanto avveniristica è stata l’iniziativa presentata invece al Vinitaly. In questo caso i visitatori, indossati gli appositi visori, attraverso un’esperienza di realtà aumentata, sono stati trasportati nel metaverso dell’azienda, vivendo un’esperienza immersiva della cantina.

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