Va a Marianna Vitale il Premio Michelin Chef Donna 2020 by Veuve Clicquot

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Dal 2016 la Maison Veuve Clicquot ha dato vita a un sistema virtuoso per sostenere il talento femminile nell'alta ristorazione con il progetto italiano Atelier des Grandes Dames

Anche per l’edizione 2020, la Maison partner di Michelin ha sponsorizzato il Premio Michelin Chef Donna assegnato quest’anno a Marianna Vitale, 1 stella Michelin, SUD Ristorante – Quarto, Napoli, selezionata degli ispettori Michelin per la tenacia con cui ha costruito un progetto di ristorazione di qualità al di fuori dei circuiti turistici della sua regione.
Con spirito d’avventura, rigore e leadership, Marianna ha creato un locale che rispecchia la sua personalità. Piatti “classici” del territorio e percorsi di gusto elaborati giornalmente si affiancano a nuove invenzioni, facendo del ristorante SUD una tra le realtà più interessanti del panorama gastronomico partenopeo e italiano.

Marianna, classe 1980, intraprende studi accademici e si laurea con lode nel 2004. Si accorge presto però che la sua vera passione è quella per la cucina, il prodotto e la volontà di valorizzare il proprio territorio. A maggio 2009 nasce così SUD, che in soli tre anni conquista la stella Michelin e oggi si aggiudica il Premio Michelin Chef Donna 2020 by Veuve Clicquot.

Atelier des Grandes Dames vuole anche essere uno stimolo costante a non demordere, perché un mondo del lavoro con una partecipazione femminile maggiore è una realtà che scopre e sperimenta un modo diverso di lavorare, pensieri, dinamiche e caratteristiche diverse. E dalla diversità nasce l’arricchimento, la voglia di innovare e migliorare.

«La Maison da anni prende le parti delle donne con questo importante progetto - afferma Carlo Boschi, senior brand manager Veuve Clicquot - Atelier des Grandes Dames ha lo scopo di supportare e valorizzare le grandissime potenzialità di queste donne, di renderle sempre più consapevoli delle loro capacità e renderne consapevoli anche tutti coloro anche ancora stentano a riconoscerle».

Veuve Clicquot da oltre quarant’anni riconosce e valorizza a livello mondiale la parità di genere in ambito manageriale e imprenditoriale, battendosi perché tutte le donne – non solo per diversi destini familiari – possano affermarsi e contribuire al progresso dell’alta cucina, dell’economia e della società tutta. Questa vocazione trae ispirazione dalla figura da Barbe-Nicole Ponsardin, che a soli 27 anni prese le redini della Maison, divenendo una delle prime donne imprenditrici dell’Epoca Moderna. Una figura dalla storia unica e irripetibile, che seppure in un contesto totalmente maschile riuscì con audacia e coraggio a dare concretezza alle sue intuizioni visionarie e innovative, divenendo “La Grande Dame de la Champagne”.

Ed è proprio Madame Clicquot ad aver ispirato il progetto Bold by Veuve Clicquot: un progetto ambizioso nato nel 1972, con il Veuve Clicquot Business Women Award, per rendere omaggio a colei che ha decretato la fama della Maison a livello mondiale e celebrarne il bicentenario.

Bold by Veuve Clicquot è un programma nato per sostenere e far evolvere l’impegno della Maison nei confronti delle donne (ma non solo) che vogliono o hanno ottenuto successo a livello imprenditoriale e manageriale. Un progetto volto ad essere inclusivo, impattante e visibile a livello internazionale, attraverso alcuni premi che daranno alle imprenditrici e manager, rendendole visibili e dando loro una voce.

La parità di genere nell'alta ristorazione

La ristorazione è uno dei pochi settori dove l’occupazione femminile supera quella maschile (52%,dati FIPE 2019) ma soprattutto in sala e dove si riescono a ottenere più facilmente i contratti part-time. Ma l’Italia è anche il Paese con la più alta percentuale d’Europa di piccole e medie imprese e dove il settore della ristorazione è prevalentemente un affare di famiglia – dove si diventa chef perché si diventa prima di tutto imprenditrici, ereditando o fondando la propria attività, e non certo facendo carriera nelle brigate e nei grandi gruppi sostenuti da investitori esterni.
Se è molto apprezzato avere delle attitudini culinarie tra le mura domestiche, quando si passa alla professione è difficile infatti per una donna affermarsi con una posizione di leader, perché essere uno chef per una donna è considerato meno accettabile – tanto quanto lo è assumere pari posizioni dirigenziali. Il motivo non è neanche più un generalizzato pregiudizio sulle capacità femminili o una mancanza di meritocrazia, è un tetto di cristallo economico-sociale, che nulla ha a che vedere con l’estro gastronomico o la gestione del team o dei bilanci. Le aziende – grandi ristoranti compresi - hanno dei pregiudizi nell’affidare ruoli di primo piano perché sanno quanto le donne siano maggiormente coinvolte nella vita familiare, e la preoccupazione è che lo siano a discapito del lavoro.
In un 2020 segnato da drammatici avvenimenti su scala globale, interrogarsi sulla parità di genere ha un senso ancora più attuale: sono le donne che hanno subito maggiormente gli effetti del lockdown con la conseguente chiusura delle scuole e l’impossibilità di servirsi della rete sociale e di aiuti esterni alla famiglia. E saranno le donne a essere maggiormente penalizzate dalla crisi che si configura all’orizzonte. Sono il lavoro domestico, la cura dei figli e degli anziani la vera fonte di disparità fra generi poiché sono le donne a fungere da ammortizzatore sociale più degli uomini, in tutto il mondo, e con dati allarmanti soprattutto in Italia.

Premio Michelin Chef Donna by Veuve Clicquot

2019 Martina Caruso * – Hotel Signum - Malfa Salina (ME)

2018 Fabrizia Meroi * - Ristorante Laite – Sappada (UD)

2017 Caterina Ceraudo *– Dattilo - Strongoli (KR)

 

Foto: Andrea Moretti

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