Da oggi i ristoranti possono lavorare un po’ di più: pur non potendo ancora servire i clienti in sala, potranno aggiungere all’attività di delivery quella del take away, con i clienti che potranno recarsi presso il locale per ritirare il pasto entrando uno alla volta e consumando il pasto a casa e non davanti al posto di ristoro. Nella pagina del sito della Presidenza del Consiglio dei Ministri dedicata alla Faq sulle nuove misure viene anche contemplata la possibilità del ritiro in auto chiamato dal Governo “Drive through”. Questa la faq:
“E’ possibile effettuare, da parte delle aziende della ristorazione, il servizio di asporto fatto in auto (drive through)?
"Sì, mantenendo sempre la distanza di sicurezza interpersonale di almeno un metro e rispettando i divieti di consumare i prodotti sul posto di vendita e di sostare nelle immediate vicinanze.”
Situazione molto diversa in Calabria, dove la governatrice Jole Savelli ha emanato un’ordinanza che anticipa la riapertura delle attività di ristorazione con un mese di anticipo rispetto alla data indicativa prevista dal Governo nazionale del 1 giugno. Nel documento della Regione Calabria si legge che: “È consentita la ripresa delle attività di bar, pasticcerie, ristoranti, pizzerie, agriturismo con somministrazione esclusiva attraverso il servizio con tavoli all’aperto”.
Dura la risposta da parte del ministro degli Affari Regionali Francesco Boccia che, d'intesa con la Presidenza del Consiglio, ha impugnato l'ordinanza e ha trasmesso gli atti all'Avvocatura generale dello Stato.
Il ministro Boccia ha specificato che il ricorso non sarà depositato se la presidente Santelli revocherà l'ordinanza, ha tempo fino a oggi. Eventualità poco probabile, visto che Santelli ha dichiarato: «Ho solo consentito di mettere qualche tavolo all’esterno. Non ritiro l’ordinanza, la Calabria ha il diritto di ricominciare a lavorare e ricominciare a sperare. Sono convinta che il Governo a breve emanerà direttive simili. Più che un atto di illegittimità penso mi venga contestato un atto di lesa maestà.».
Nel braccio di ferro tra Governo e Regione, molti sindaci della Calabria si sono schierati dalla parte del Governo emettendo ordinanze contrarie alle direttive regionali mentre tra i gestori prevale, come era logico aspettarsi, il disorientamento.