Alla scoperta del caffè Etiope

Foto di John Iglar da Pixabay
Grandi aromi e bassa acidità. Scopriamo il caffè Etiope. Una ricchezza frutto anche della particolare coltivazione del caffè nel Paese africano

Per chi vuole andare oltre il classico aroma della miscela, un buon caffè etiope è la scelta migliore: colpisce la sua ricchezza aromatica accompagnata da un’acidità lieve.

Le coltivazioni

Questa ricchezza è anche frutto della particolare coltivazione del caffè nel Paese africano, dove ci sono solo poche piantagioni e per lo più gli alberi di caffè crescono nelle foreste equatoriali senza cure particolari.

Le drupe mature vengono raccolte manualmente e portate alle washing station dove convergono i caffè di moltissimi micro produttori (ciascuno con una produzione media di 300 kg l’anno), spesso con caratteristiche diverse.

I chicchi

Di conseguenza nelle confezioni si nota che i chicchi hanno diversa dimensione e forma, il che offre una complessità aromatica che si ritrova in tazza. Mediamente questi caffè offrono un’acidità pulita, con note delicate floreali e più intense di frutta e cioccolato, con un corpo medio, in funzione della tostatura. Con cosa abbinarli? Tra i dolci sono da preferire quelli cremosi al cucchiaio, con frutta rossa, tendenti al liquoroso. Trovano un particolare accordo con financier al pistacchio, composta di amarene e mousse al tè matcha e mandorla; un piacevole contrasto è con cookie con gocce di cioccolato. Se estratti a filtro, i caffè Etiopia sono indicati anche ad abbinamenti con frutta e verdura, suggerendo all’ospite di alternare sorsi di caffè a bocconi vegetali; in questo modo il caffè offre sentori diversi con il variare della temperatura. Bene anche a fine pasto con una macedonia di frutti di bosco. Un contrasto a effetto è con guacamole (ma senza pomodoro) e pane caldo, dove il grasso dell’avocado bilancia la dolcezza del caffè.

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