Sono tentato da vari anni di mollare parenti e amici e decidermi una buona volta a passare il Natale al ristorante. Poi invece ripiego su una cena o un pranzo a casa, assemblando piatti premium già pronti e cucinando il meno possibile quelli della tradizione.
Si tratta di un dilemma comune a molti, ma che non deve preoccupare imprenditori e gestori del settore ristorazione.
Natale va inteso come periodo dell’anno “esteso” e non come singola data sul calendario; e poi il cliente da tenere in considerazione non è solo la famiglia, ma gli amici e le aziende.
Da anni a Londra spopolano i “temporary Christmans restaurant”, creati apposta in grandi spazi di loft-capannoni, allestiti con arredi e atmosfera natalizia e menu delle feste, nati per gestire, solo su prenotazione, le cene aziendali. Finti ristoranti costruiti dal nulla.
Per il vostro locale potete sfruttare il grande traffico di persone che nel periodo delle feste sono più propense a uscire di casa per visite e regali e che ben volentieri possono decidere di fermarsi a pranzo in un bistrot, una caffetteria, un ristorante.
Se siete posizionati vicino a zone di shopping o addirittura in un centro commerciale, ancora meglio.
Non solo. Le cene, oltre che per incontri aziendali, sono l’ultima fuga romantica per le coppie non “ufficiali” prima delle feste in famiglia...
Mi spingo oltre: parliamo di Capodanno.
Anche qui si percepisce una certa stanchezza verso il ristorante. Il sentire comune della gente è «si mangia male, si spende tanto, non ci si diverte. Alla fine, meglio stare a casa».
C’è spazio, quindi, per darsi da fare e proporre qualcosa di diverso: magari un “pacchetto” che leghi cucina ed enterteinment...